Presidio questa mattina, davanti al M.I.S.E. delle sigle sindacali ma anche dei lavoratori dei maggiori supermercati italiani. Non solo la vicenda Mercatone Uno (che era di proprietà Auchan), ma anche i dipendenti della Simply di Anagni e Colleferro e quelli della Sma, sempre della cittadina in provincia di Roma (entrambi Auchan), si sono recati nella Capitale per manifestare le loro perplessità sul futuro delle aziende dove lavorano. Ovviamente, anche i dipendenti provenienti dagli altri punti presenti in tutta Italia hanno fatto sentire la propria voce oggi.
I lavoratori della Sma e Simply di Colleferro e Anagni in presidio sotto il MISE
Questa mattina i lavoratori della Sma di Colleferro erano in sciopero e il supermercato è rimasto chiuso, stesso destino anche per i supermercati Auchan e Simply. A Roma sono andati anche i lavoratori della Simply di Anagni e Colleferro, che hanno manifestato con striscioni e adesso temono per il loro futuro.
Quale futuro?
Sono quasi 20mila posti di lavoro interessati da quanto sta avvenendo in questi giorni. Si tratta infatti dei dipendenti coinvolti nell’acquisizione di Conad che prima lavoravano per altre aziende. Il passaggio di proprietà, avvenuto intorno a metà maggio, ha visto l’acquisizione da parte del brand anche delle attività retail della francese Auchan, oltre che di circa 1300 punti vendita Simply e Sma. Questo scossone dato al settore alimentare italiano sta vedendo preoccupati anche i lavoratori, che non sanno ancora se il loro futuro sarà ancor più roseo o rischi di essere nero.
Incontro tra aziende e sindacati in mattinata
Martedì 28 maggio c’è stato il primo faccia a faccia tra aziende e sindacati, alle ore 10:00. Mentre si teneva il primo incontro tra le parti, fuori il Ministero dello Sviluppo Economico c’era un presidio dei lavoratori, che intanto hanno scioperato. I punti Auchan, Simply e Sma risultano quindi chiusi nella giornata di oggi, in attesa, si spera, di positive novità. Mentre si attende di conoscere il piano industriale di Conad, il timore dei lavoratori è quello di andare incontro a chiusure dei punti e di esuberi.
D’altro canto, non è escluso che i loro posti possano essere salvaguardati e magari che il nuovo proprietario punti a incrementare i propri centri. Staremo a vedere cosa emergerà dal primo incontro, in attesa di decisioni definitive.
La mobilitazione continuerà fino a quando non ci saranno garanzie su salari o occupazione dei lavoratori, annunciano i sindacati.
