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Autostrada A24 Roma-L’Aquila, il tunnel del Gran Sasso non chiuderà: si viaggerà ad una sola corsia per senso di marcia

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Autostrade per l'Italia: "Adeguamenti per normativa UE non riguardano la sicurezza strutturale delle gallerie"

Pericolo scampato, o quasi. Dopo le voci ricorrenti degli scorsi giorni, che parlavano di una chiusura completa del traforo del Gran Sasso in entrambi i sensi di marcia a causa dell’inchiesta giudiziaria che ha avuto luogo per fare luce sull’inquinamento delle falde acquifere che vede coinvolte la Strada dei parchi Sdp – gestore del tratto autostradale -, ’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn, che ha il suo laboratorio all’interno della montagna) e al gestore della rete idrica locale (Ruzzo Reti), c’è stata una parziale retromarcia della Società responsabile.

Il Gran Sasso, dunque resta aperto “a metà”: dal 20 maggio sarà infatti possibile viaggiare ad una sola corsia in entrambi i sensi di marcia, con un limite di velocità fissato sui 60 km/h e il divieto di sorpasso per i veicoli che si troveranno a percorrere il tratto in questione, che dovranno tra l’altro mantenere una distanza minima di 50 metri dal veicolo che li precede. Prevista anche una corsia per marcia destinata unicamente ai mezzi di soccorso.

Una decisione che ha in parte sventato gli allarmi scatenatisi nei giorni scorsi, dando il classico “contentino” alle parti in causa. Da una parte, infatti, vi era il timore fondato che la decisione di chiudere il tratto in questione potesse apportare danni gravissimi all’economica abruzzese, che si sarebbe vista privata della sua principale arteria di trasporti, mentre dall’altra vi era necessità di svolgere le verifiche del caso per evitare la reiterazione del reato ambientale.

Altre voci parlano però di una chiusura che si sarebbe resa necessaria per verificare la tenuta strutturale dei viadotti: la questione della sicurezza scoppiata dopo il crollo del ponte di Genova avrebbe posto infatti l’attenzione sulla tenuta dei viadotti che compongono l’arteria autostradale, erosi dal tempo e con molti ferri arrugginiti e sporgenti. Il rischio, infatti, sarebbe quello di un degrado interno alla struttura, con il cemento armato che potrebbe essersi staccato dalle componenti in ferro.