Dopo il pestaggio di un giornalista negli scontri del 23 maggio 2019 a Genova, Amnesty International Italia torna a chiedere di inserire i codici identificativi per le forze di polizia.
L’appello è stato lanciato tramite il sito ufficiale di Amnesty International Italia, in cui viene dichiarato:
“Un uso sproporzionato della forza durante manifestazioni o assemblee pubbliche, chiamano in causa la responsabilità di appartenenti alle forze di polizia. Per porre fine alle violazioni dei diritti umani che vedono un coinvolgimento delle forze di polizia e riaffermare il ruolo centrale di queste nella protezione dei diritti umani, è essenziale che le lacune esistenti vengano al più presto colmate.
Tra queste ci sono i codici o numeri identificativi individuali, elemento importante di accountability; il fatto che i singoli agenti e funzionari siano identificabili è un messaggio importante di trasparenza che mostrerebbe la volontà delle forze di polizia di rispondere delle proprie azioni e allo stesso tempo accrescerebbe la fiducia dei cittadini”.
Amnesty ha lanciato anche una petizione in merito.
La richiesta è dunque quella di esporre un codice identificativo sui caschi e sulle divise degli agenti e i funzionari di polizia durante le operazioni di ordine pubblico in modo che il cittadino possa essere consapevole di chi ha di fronte. La richiesta di Amnesty International sarebbe anche un modo per tutelare l’agente.
Un tema importante che riporta alla memoria i fatti avvenuti durante il G8 di Genova nel 2001. Voi cosa ne pensate?
Foto di repertorio