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Prati, trova le chiavi di un auto per terra e le porta al Commissariato. “Vorrei conoscerla, stringerle la mano”

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Un gesto di “normalità” che ha avuto l’effetto di rendere speciale una situazione di potenziale disagio. Metti un mazzo di chiavi a terra, accidentalmente penso dalla proprietaria dell’auto appena parcheggiata, fai che in quel momento si trovi a passare sulla ciclabile adiacente una Persona con la P maiuscola e il gioco è fatto.

Il resto potrebbe sembrare anche banale, ma in un mondo dove – nella migliore delle ipotesi – andiamo tutti di fretta o puntiamo a “sciacallare” sulle disgrazie altrui, nulla appare più scontato. Succede, invece, che esiste ancora chi è in grado di badare al particolare, a salvaguardare un bene del prossimo. Irene – questo il nome della benefattrice – si china, raccoglie quel mazzo di chiavi lasciato così alla berlina e lo consegna al vicino Commissariato di via Ruffini. Grazie anche alla particolarità del tipo di chiavi andate perdute – contenenti un chip elettronico mediante il quale è possibile risalire a targa e possessore – gli agenti si prodigano a chiamare subito la proprietaria, ancora ignara dell’accaduto, che si precipita a recuperare quanto perduto e, una volta arrivata alla propria autovettura, scopre che le sorprese non sono finite.

La nobile benefattrice ha, infatti, lasciato un messaggio sul parabrezza dell’auto. Proprio come si usava una volta. “Ciao, ho trovato le tue chiavi lungo la ciclabile. Le sto portando al Commissariato di Polizia di Via Ruffini. È qui vicino”.

Un gesto che non è passato inosservato agli occhi della beneficiaria, Emanuela Imparato, che si è subito attivata su Facebook per cercare di rintracciare l’autrice del nobile gesto. Con il desiderio di incontrarla e, magari, esprimerle a voce la propria gratitudine, magari offrendole da bere.

<La gentilezza che riemerge come un reperto prezioso dagli abissi di indifferenza e disattenzione nei quali siamo affondati – si legge nel post pubblicato sul Social – … avrei voluto conoscerla, stringerle la mano, offrirle da bere, ma non so come rintracciarla . So solo che si chiama Irene e che è giovanissima a giudicare dalla pagina di quaderno e dalla grafia un po’ “scialla”. E allora faccio il tifo per tutti i ragazzi e le ragazze come te Irene, che si soffermano a guardare i particolari, spendono il loro tempo a scrivere un biglietto e sono disposti a cambiare la propria rotta per compiere un gesto piccolo ma importante di solidarietà.. Grazie cara Irene, auguro anche a te una buona giornata ma soprattutto una bellissima vita. La gentilezza che riemerge come un reperto prezioso dagli abissi di indifferenza e disattenzione nei quali siamo affondati … avrei voluto conoscerla, stringerle la mano, offrirle da bere, ma non so come rintracciarla . So solo che si chiama Irene e che è giovanissima a giudicare dalla pagina di quaderno e dalla grafia un po’ “scialla”. E allora faccio il tifo per tutti i ragazzi e le ragazze come te Irene, che si soffermano a guardare i particolari, spendono il loro tempo a scrivere un biglietto e sono disposti a cambiare la propria rotta per compiere un gesto piccolo ma importante di solidarietà.. Grazie cara Irene, auguro anche a te una buona giornata ma soprattutto una bellissima vita”.

E chissà che Irene non sia stata alla fine rintracciata: sul profilo di Emanuele è infatti apparso un messaggio di complimenti all’indirizzo di una certa Irene, divenuta a questo punto l’indiziata numero uno. La cosa più importante, ad ogni modo, rimane davvero quella del nobile gesto: la storia, ad ogni modo, è stata talmente coinvolgente e piena di sentimenti positivi tali da indurre a fare il “tifo” per un incontro tra Emanuela e Irene. Con la speranza che di gesti simili siano sempre più ricche le cronache del futuro, perché solo seminando positività possiamo sperare nel fiorire delle buone azioni.