Dopo le notizie degli scorsi giorni, si è fatta pressante da parte dei cittadini di Colleferro la richiesta di conoscere il destino della situazione rifiuti nella zona di Colle Sughero. Si vociferava di un nuovo impianto TMB nella zona, ma la notizia è stata smentita direttamente dal Primo Cittadino, Pierluigi Sanna.
Di seguito, la nostra intervista integrale esclusiva:
Sindaco Sanna, in questi giorni si è parlato di una nuova Impiantistica da parte della Regione Lazio e di un nuovo TMB. Lei come risponde a queste recenti notizie?
«La mia coerenza da ambientalista non è in discussione e non lo è mai stata. Non lo è stata quando ero un consigliere comunale d’opposizione tanto meno non lo è oggi come sindaco di Colleferro. L’elezione a sindaco non ha cambiato minimamente le mie posizioni assunte in passato sulla questione ambientale. Proprio questa coerenza ci ha permesso di combattere e vincere la battaglia che ha portato alla chiusura degli Inceneritori di Colle Sughero. Ora puntiamo alla loro demolizione»
Verranno smantellati gli Inceneritori?
«Esatto. Verranno demoliti gli Inceneritori. Successivamente il sito di Colle Sughero verrà sottoposto a bonifica, vista la presenza accertata del cromo esavalente, e considerata la perimetrazione all’interno del SIN. Il sito, una volta bonificato verrà riconsegnato alla popolazione. A Colle Sughero non si farà mai più alcun impianto per i rifiuti.»
Ma non avete ricevuto nessuna comunicazione, nessuna proposta per la costruzione di un nuovo impianto?
«Non abbiamo ricevuto nessun avviso e nessuno ci ha proposto alcun impianto TMB. Peraltro sulla costruzione di un nuovo impianto è contraria anche Lazio Ambiente. Ribadisco, comunque, che non consentirò mai la costruzione un nuovo impianto TMB sul quel sito. Porteremo la voce del nostro diniego nelle sedi amministrative delle conferenze dei servizi e anche in tutte le altre. E se non ci ascolteranno valuteremo altre soluzioni.»
La rivedremo disteso a impedire il passaggio dei camion?
«Se per difendere la popolazione di Colleferro e far arrivare le nostre istanze anche a chi non ci ascolta si renderanno necessari dei gesti estremi, come quello fatto in passato, io non mi tirerò indietro.»
Come risponde a chi la accusa di aver riaperto e aumentato la cubatura della discarica di Colle Fagiolara?
«Quelle che mi vengono attribuite sono delle pure falsità. Io non ho riaperto la discarica di Colle Fagiolara, non ne ho mai aumentato né il perimetro e né le cubature autorizzate. Io ho soltanto ordinato lo spostamento dei tralicci pericolosi. Lo spostamento si è reso necessario perché propedeutico alla conclusione della lavorazione. Quindi, non c’è stato nessun aumento delle cubature e neanche del perimetro. La discarica chiuderà il 31 dicembre di quest’anno e per rispettare questa scadenza, stiamo attivando, in accordo con Lazio Ambiente, tutte le procedura necessarie che prevedono fra l’altro la riconsegnare delle chiavi della discarica, ora possedute da Lazio Ambiente, e il conseguenziale abbandono del sito da parte della stessa Lazio Ambiente con tutte le cose di sue proprietà. Il tutto avverrà concordemente.»
Nel Piano Rifiuti della Regione Lazio si prevede una impiantistica da 500 mila tonnellate per i siti che dovrebbero nascere a Colleferro. Voi accetterete queste condizioni dalla Regione Lazio?
«Noi non consentiremo mai la costruzione di un compound industriale da 500 mila tonnellate, è troppo grande. Ci opporremo e contesteremo sempre un impianto di queste dimensioni. Chiediamo che venga fatta una progettazione ampiamente condivisa con il comune di Colleferro e con il Consorzio Minerva, e che tenga conto anche delle proposte che arrivano dal territorio. Roma risolva a Roma i suoi problemi. Noi siamo fermamente contrari e ci opporremo ad un impianto industriale da 500 mila tonnellate. Sono certo che la Regione ci ascolterà “.
Auspicate un confronto con la Regione Lazio per arrivare ad una scelta condivisa?
«Noi vogliamo un confronto aperto con tutti soggetti del territorio coinvolti. Il comune di Colleferro, in quanto proprietario dei siti, e il Consorzio Minerva dovranno essere parti integranti del confronto sulla progettazione del nuovo compound industriale. E in questo confronto verranno anche coinvolte le vere associazioni ambientaliste. Vorrei chiarire questo ultimo punto. Quando parlo di vere associazioni ambientaliste intendo quei sodalizi che hanno una vera storia di coerenza alle spalle, una vera rappresentatività, degli iscritti veri e non virtuali.»
E il destino dei lavoratori di Lazio Ambiente?
«Noi pretendiamo che l’impianto, qualora venga costruito alle condizione e rispettando il coinvolgimento del comune di Colleferro, il Consorzio e tutte le realtà associative ambientaliste realmente esistenti a Colleferro, debba prevedere il recupero dei lavoratori di Lazio Ambiente affinché nessuno venga lasciato indietro.»