Cronaca

VII Municipio di Roma, 10 dipendenti del servizio giardini denunciati: lavoravano in proprio durante le ore di lavoro per il Comune

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ugl assistente civico polizie locali

Timbravano il cartellino, in alcuni casi si dotavano dei mezzi forniti dal Comune per gli operatori del verde e poi andavano a lavorare. Non per il Comune però, come ci si aspetterebbe, visto che stiamo parlando di dipendenti del Servizio Giardini, bensì privatamente, causando in questo modo un grave danno alle casse di Roma Capitale e dei cittadini spesso vittime di disservizi del Servizio Giardini.

SERVIZIO GIARDINI: PARTE LA DENUNCIA DAL MUNICIPIO VII E DOPO UN ANNO DI INDAGINI 10 DIPENDENTI DEL SERVIZIO GIARDINI VENGONO COLPITI DALLE PRIME MISURE INTERDITTIVE.

Che qualcosa di sospetto ci fosse nei comportamenti di questi giardinieri era piuttosto evidente, tanto che, a seguito di segnalazioni, a marzo del 2018 assieme al vice presidente Giuseppe Commisso ho sporto regolare denuncia presso il Comando della Polizia Locale del VII Gruppo.

La denuncia

La denuncia ha fatto scattare le indagini durate più di un anno e, a seguito di accertamenti, stamattina sono arrivate le prime misure interdittive per questi “lavoratori”: sospensione del servizio, interdizione dai Pubblici Uffici fino a sentenza e, qualora questa fosse di colpevolezza, licenziamento.

Ringraziamo dal profondo del cuore la Polizia Locale di Roma Capitale per la puntualità nelle indagini.

Blitz all’alba della Polizia Locale. Nove dipendenti dell’ufficio giardini sospesi dal pubblico servizio

Sono iniziate questa mattina all’alba 20 perquisizioni nelle abitazioni private, sui luoghi di lavoro, su aree private e negli armadietti personali di alcuni dipendenti del Dipartimento Ambiente dell’amministrazione capitolina, più specificatamente dell’ufficio giardini del VII Municipio.

Nove gli indagati condotti al fotosegnalamento del Comando Generale di Via della Consolazione,  per la notifica del provvedimento disposto dal GIP Claudio Carini, su richiesta del PM Mario Palazzi, ossia la  sospensione dal pubblico servizio per la durata di 12 mesi di alcuni dipendenti  per truffa e peculato d’uso.

L’indagine ha avuto inizio attraverso segnalazioni dell’amministrazione, in relazione ad abusi e comportamenti illeciti reiterati e diffusi da parte di impiegati ed operai addetti al servizio, che si assentavano dal lavoro senza registrare le uscite o comunque attestando fittiziamente la loro presenza sul posto, incaricando altri, a turno, di timbrare i rispettivi cartellini. Gli stessi dipendenti utilizzavano per attività e interessi personali autovetture e mezzi dell’amministrazione.

Tutto questo è venuto a galla grazie ad approfonditi accertamenti di PG, servizi di osservazione, pedinamento, riprese video fotografiche, fotogrammi, tabulati telefonici e intercettazioni degli indagati.

I capi di imputazione  sono:  truffa all’Ente pubblico per falsa attestazione di presenza e quindi mancata erogazione della prestazione lavorativa, peculato d’uso per impiego in attività private e utilizzo di mezzi e apparecchiature di servizio per finalità personali.

Nel corso delle perquisizioni odierne gli  agenti della Polizia Locale hanno rinvenuto diversi strumenti  di lavoro sui quali saranno attivate indagini per la verifica della proprietà.

Le parole del Codacons

ROMA: TIMBRAVANO E ANDAVANO VIA, SOSPESI DIPENDENTI COMUNE DEL SERVIZIO GIARDINI

CODACONS: DIPENDENTI SI ASSENTAVANO MENTRE ALBERI CROLLAVANO SU AUTO E PERSONE. INDAGARE ANCHE DIRIGENTI E COMUNE PER OMESSO CONTROLLO E LICENZIARE IN TRONCO LAVORATORI INFEDELI

Mentre gli alberi crollavano alla prima folata di vento abbattendosi su automobili e persone e mettendo a serio rischio l’incolumità dei cittadini, i dipendenti del Servizio Giardini timbravano il cartellino e abbandonavano il proprio posto di lavoro per svolgere attività personali. Lo afferma il Codacons, commentando la sospensione per 9 persone dell’ufficio Giardini del VII municipio di Roma.

“Da tempo il Codacons aveva sollevato sospetti sull’attività del Servizio Giardini, e oggi i nostri dubbi sembrano trovare conferma – spiega il presidente Carlo Rienzi – La sospensione dal servizio è tuttavia un provvedimento insufficiente: per tale motivo ci costituiremo parte offesa nel procedimento e chiediamo non solo il licenziamento in tronco dei dipendenti infedeli, ma anche di indagare per omissione di controllo i dirigenti competenti e lo stesso Comune di Roma, che evidentemente non hanno saputo vigilare sui propri sottoposti” – conclude Rienzi.