Domenica 12 giugno a Roma, si è svolta l’Assemblea Costituente del PCI del Lazio. I Comunisti nuovi per approdo o per motivi anagrafici, unitamente ai Comunisti provenienti da esperienze organizzate (PCdI, Prc e altre) hanno dato vita ad un confronto basato su due poli: da un lato i documenti che sono stati posti a base della ricostituzione del PCI (Statuto e Tesi), e dall’altra il confronto avviato non verticisticamente da qualche segreteria, ma dalle decine di assemblee svolte nel Lazio (come nel resto d’Italia) che hanno visto partecipi dirigenti, attivisti, cittadini e popolo di sinistra sulla fondamentale domanda circa il PCI. E’ necessario il PCI oggi? E poi, quale PCI è necessario oggi).
Velocemente, è stata insediata la presidenza dell’assemblea, votata e applaudita all’unanimità. Così, non appena preso posto, il giovane Lorenzo Gensini (diciottenne della FGCI), Walter Tucci, Edoardo Castellucci, Manuela Palermi, Lagi Alessandro, Claudio Leoni, Ugo Moro, Cristina Cirillo e Luca Battisti, l’assemblea ha iniziato i propri lavori.
“Già il modo di svolgimento, – lo si comprende dalla relazione di Luca Battisti – che ricorda il percorso, è risposta politica fondamentale. Assemblee, assemblee aperte, contributi di comunisti che erano rimasti chiusi in casa, che avevano abbandonato non i partiti, ma la politica, ora si sono ripresentati. Per mettere il proprio bagaglio di conoscenze, così come le proprie critiche da indicare, dubbi e impegni da condividere: questo metodo, ed ecco perché le tesi (perché sul complesso delle proposte si può accentuare o no un aspetto, si può individuare un elemento di rottura o un altro di positiva continuità. Senza contare, – come ha sottolineato Battisti – che una parte importante e notevole di giovani, sono qui per riproporre con forza l’attualità, la modernità, la necessità ideale e culturale del ruolo dell’idea e della forza comunista organizzata.
Ma fatto tesoro di questa necessità che matura da una scelta, ci sono altri elementi, drammatici e tragici della realtà, che certificano l’assoluta necessità della forza comunista in Italia”.
Così, tracciando l’escalation delle opzioni di guerra derivanti dal capitalismo e di come sia incapace e impossibilitato a risolvere la propria crisi più grande da decenni a questa parte, Luca Battisti offre alla vasta, affollata, partecipe assemblea “una serrata analisi sociale, economica e culturale che mostra la lettura di classe da una parte (come Marx e Lenin ci hanno lasciato in consegna), e dall’altra come una risposta all’altezza dei tempi ci deve far fare i conti con la realtà ma senza rinunciare alla bontà dell’analisi gramsciana sull’egemonia, dell’analisi e della proposta togliattiana della via italiana al socialismo, e degli aggiornamenti teorici e di linee politiche adottate per far svolgere un ruolo fondamentale ai comunisti in questa parte del mondo.
E qui – Battisti sottolinea – Muoversi nel solco della ricostituzione del PCI per riproporre un partito di militanti, di quadri e di massa, non vuol dire essere velleitari, ma indirizzare, a dispetto della apparente poca forza di oggi, in quella direzione questo Partito Comunista.
Muoversi con un comportamento politico che mette insieme e privilegia le lotte operaie e per il lavoro non è una cosa vetero, ma una necessità per bloccare la falcidia sociale che i padroni, il capitalismo attuano quotidianamente contro i lavoratori e la società italiana.
Perseguire, con una forte critica sullo stravolgimento e la strumentalizzazione delle istituzioni (che quindi dobbiamo rispettare, ma non più considerarli sacrali quando distorcono le basi della democrazia effettiva, come nel caso delle porcate contro la Costituzione), una politica unitaria, di tutte le forze comuniste, dell’alveo di riferimento delle varie sinistre, al fine di essere efficaci e concreti punti di riferimento delle battaglie sociali e politiche, incluse quelle elettorali che in questo frangente non analizzeremo perché di ritorno dall’Assemblea Costituente nazionale a Bologna faremo derivare i Congressi Costitutivi del PCI regionali e in quella sede ci sarà spazio per puntuali prese di posizioni e proposte.
Anche questo è il senso del ruolo basilare che poniamo come riferimento nostro il pensiero e la politica berlingueriana: a cominciare dalla questione morale, ma non solo”.
Un altro fondamentale punto di riferimento, Luca Battisti lo ha offerto all’assemblea quando ha messo in evidenza che “la ricostituzione del PCI, sta già muovendo interesse e partecipazione vera. La linea di estrema critica alla UE e la previsione di ricontrattazione totale dei rapporti esistenti a salvaguardia della autonomia del Paese e a difesa dei lavoratori e dei ceti deboli (anzi perfino di una parte di imprenditori), ha come alternativa la fuoriuscita dell’Italia dalla stessa UE per come è oggi.
Infine, non per importanza ma per agenda temporale, sia chiaro che il piegare le istituzioni ai voleri del capitalismo che socializza le perdite e accumula in proprio i profitti per i padroni, è la battaglia principe. Quindi i Comunisti saranno schierati ed attivamente presenti in tutte le azioni che rendano vittorioso il NO ai referendum Costituzionali voluti dal Governo e dal PD.
E proprio a partire da questo, oltre lo snaturamento (e il tradimento) che questo partito ha operato nei confronti di una tradizione che non gli appartiene più, il nostro giudizio netto è che questo PD, questo gruppo dirigente, è asservito alla unica azione del capitalismo nazionale ed internazionale e perciò nostro nemico di classe.
Noi ci occuperemo del PD per rivolgergli attacchi feroci, per mostrare, a quanti ancora lo confondono con ciò che non è, che la tradizione comunista sta da un’altra parte: col ritorno del PCI”.
In rappresentanza delle migliaia di iscritti del PCI Lazio, una delegazione di 120 comunisti e comuniste parteciperanno all’assemblea nazionale di Bologna dei 500 che ricostituiranno il Partito Comunista Italiano.