Di seguito, la nota integrale diffusa da Legambiente:
“La proposta di fare Termovalozzatori per Roma è completamente sbagliata almeno quanto le politiche di gestione dei rifiuti messe in campo da questa amministrazione”
Legambiente Lazio interviene sulla proposta di realizzare termovalorizzatori per la gestione dei rifiuti di Roma. “La proposta di fare termovalozzatori per Roma è completamente sbagliata almeno quanto le politiche di gestione dei rifiuti messe in campo da questa amministrazione. Nella capitale non c’è un continuo allarme rifiuti ma un disastro strutturale del ciclo che emerge con i picchi di produzione estivi e invernali e continuerà ad essere tale perché non è stato fatto niente di positivo negli ultimi anni – dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio -.
Serve la crescita della raccolta differenziata e la costruzione di impianti per le frazioni, a partire da quelli per la biodigestione anaerobica dell’organico. Siamo di fronte invece al fallimento totale nella gestione dei rifiuti sempre più chiaro, visto che la percentuale di raccolta differenziata rimane piantata da tre anni ad un assurdo 44% e non c’è nessun progetto presentato per realizzare alcun impianto. Questo fallimento non fa che alimentare chi chiede termovalizzatori o privati che vogliono fare discariche. Il comune di Roma si è posto l’obiettivo Rifiuti Zero solo a chiacchiere, dovrebbe aver già pianificato e iniziato la costruzione di impianti che chiudano il ciclo all’interno della capitale stessa, invece si è riusciti solo a pianificare una mappa di siti di trasbordo che ad ogni picco di produzione diverranno discariche vere come lo è stato il TMB di Villa Spada per anni. Fare dei rifiuti una risorsa, anche economica con abbassamento dei costi per i cittadini, vuol dire riciclo, economia circolare e tariffa puntuale per i cittadini virtuosi che potranno così risparmiare e che ora invece pagano le scelte sconsiderate di questa gestione; incenerimento, che qualcuno immagina possa significare risparmio, vuol dire bruciare per decenni con costi economici, ambientali e sanitari drammatici per la collettività e le persone più esposte, peraltro nel Lazio ci sono già tre linee di termovalorizzazione che vanno portate alla dismissione non moltiplicate”.
Legambiente ricorda che le 3 linee di termovalorizzazione di Acea a San Vittore nel Lazio (FR), hanno visto autorizzato l’ampliamento della propria capacità da 300.200 tonnellate di rifiuti indifferenziati annui a 397.200 da inizio 2017 con un incremento del 32% di rifiuti inceneriti.