Il Consiglio comunale di Ardea sostiene i figli di coppie separate e lo fa approvando il registro della Bigenitorialità. Di fatto, con questo atto, viene introdotto il principio del doppio domicilio per i figli di genitori divorziati o separati.
Entra ad Ardea, dunque, il concetto della Bigenitorialità, cioè il diritto soggettivo del minore di vedere ugualmente coinvolti i genitori nelle proprie scelte, sia in pendenza di giudizio di separazione o di divorzio, che successivamente, alla conclusione dello stesso, nelle decisioni relative la sua salute, l’educazione e l’istruzione.
Al registro potranno essere iscritti i figli di tutti i genitori con residenze diverse, qualunque ne sia il motivo. La residenza del minore resterà una sola, ma le comunicazioni che lo riguardano dovranno fare riferimento ai due domicili indicati dai genitori.
Il registro della Bigenitorialità è già presente in grandi città come Parma e Torino. Ardea è uno dei primi Comuni del Lazio ad aver raggiunto questo traguardo. L’iniziativa è stata promossa da ADIANTUM – Associazione di Aderenti Nazionale per la Tutela dei Minori.
«E’ un segnale democratico che il Comune vuole dare per tutelare principalmente i minori che sono figli di coppie divorziate o separate – ha spiegato il sindaco di Ardea Luca Di Fiori– Siamo tra i primi Comuni del Lazio ad approvare un atto del genere. E’ importante che l’esperienza di Ardea, realizzata grazie anche all’associazione Adiantum, possa essere replicata».
Per l’assessore proponente dell’atto, Riccardo Iotti «il registro garantisce ai minori, gli unici non responsabili nelle separazioni, il diritto di vedere coinvolti entrambi i genitori nelle decisioni relative alla sua salute, educazione e istruzione. E’ un momento importante nella vita della città. Per questioni varie le coppie scelgono di intraprendere cammini diversi ed è opportuno non dimenticarsi che, in questi casi, sono proprio i bimbi a non doversi sentire contesi. Ringrazio per il suo impegno il delegato locale di Adiantum, Massimiliano Gobbi».
«L’istituzione del registro – spiega il consigliere Nazareno Sperandio – è un atto fortemente voluto dall’amministrazione perché aiuta le famiglie ad affrontare in modo migliore il trauma della separazione, affermando il diritto e il dovere di ciascun genitore ad esercitare il proprio ruolo, cosa tutt’altro che scontata nella confusione legislativa attuale, che alimenta incomprensioni e dispetti nei momenti più difficili».
«L’istituzione del registro nei comuni – dichiara Massimiliano Gobbi, consigliere nazionale ADIANTUM e delegato per il Lazio – è una prima significativa risposta reale ai pasticci legislativi che finora hanno impedito il libero esercizio della funzione genitoriale. E’ una delle sfaccettature della lotta di civiltà che stiamo combattendo contro chi si oppone al cambiamento. Continueremo a proporre l’istituzione del registro nei comuni limitrofi per poi spingerci fino a Roma, dove nostre realtà associative, a cui daremo tutto il nostro supporto, stanno lavorando per lo sviluppo dell’iniziativa».