VACCINI: D’AMATO, ‘DA DOMANI NEL LAZIO AL VIA CAMPAGNA ANTINFLUENZALE’
IN DISTRIBUZIONE PRIME 350 MILA DOSI DI VACCINO
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Prende il via nel Lazio da domani 15 ottobre e fino al 31 dicembre, la campagna di vaccinazione antinfluenzale con le prime 350 mila dosi di vaccino a disposizione gratuitamente presso il proprio medico di famiglia, i pediatri e i servizi vaccinali delle Asl.
“Voglio rivolgere un appello per la vaccinazione – spiega l’Assessore alla Sanità e l’Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio, Alessio D’Amato – L’influenza non va sottovalutata e ogni anno mette rischio lo stato di salute dei cittadini soprattutto per gli anziani e le persone più deboli. Per le complicanze influenzali l’anno passato abbiamo avuto 88 casi gravi e 15 decessi. L’obiettivo della campagna antinfluenzale per quest’anno è quello di superare la media nazionale. Si tratta di un obiettivo molto importante che abbiamo condiviso con i medici di medicina generale mediante l’introduzione, per la prima volta di un sistema incentivante legato al raggiungimento dell’obiettivo prefissato”.
Da quest’anno inoltre, grazie alla collaborazione dei medici di medicina generale, tutti coloro che non hanno effettuato la scelta del medico potranno vaccinarsi nei 34 ambulatori di cure primarie presenti sul territorio regionale ed aperti nei weekend e festivi. Tutte le info sono disponibili sul sito Salutelazio.it e scaricando la app ‘Salute Lazio’.
Inoltre sempre con i medici di medicina generale è stato avviato un piano straordinario per la vaccinazione a domicilio per i malati cronici non deambulanti.
Il vaccino antinfluenzale è completamente gratuito per gli over 65 anni, per i soggetti a rischio di ogni età con patologie croniche, donne in gravidanza, per il personale sanitario e di pubblica sicurezza e, novità di quest’anno, anche per i donatori di sangue.
“Voglio rivolgere un ringraziamento per il loro impegno e un invito a vaccinarsi al personale medico e i professionisti sanitari. Vaccinarsi – conclude l’Assessore D’Amato – evita inoltre accessi al pronto soccorso non necessari e l’utilizzo inappropriato degli antibiotici per combattere la sindrome influenzale”.