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Il gioco dei primi anni decisivo per lo sviluppo? È la base per emozioni e motricità

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Il gioco dei primi anni decisivo per lo sviluppo? È la base per emozioni e motricità

Giocare è una delle attività più importanti per lo sviluppo psicofisico e sensoriale del bambino, di fondamentale importanza come il rapporto con i genitori per lo sviluppo emotivo e l’alimentazione adeguata alle fasi di sviluppo.

Ciò che i bambini fanno giocando permettere loro di conoscere il mondo, con il piacere della scoperta graduale e dell’esperienza acquisita in prima persona. Per questo è sbagliato considerare il gioco solo come un’attività utile solo a riempire dei tempi vuoti, ma si tratta proprio dell’attività in precedenza che l’infante usa per esplorare il mondo circostante.

Il bimbo comincia a giocare fin dai primi momenti di vita senza che noi adulti ce ne accorgiamo, ad esempio in tutte le volte che ci capita di veder portare un piedino alla bocca: quella è già una prima attività ludica, per quanto semplice possa apparire. In più consente di prendere consapevolezza del proprio corpo e delle reazioni fisiologiche.

Per i primi tre anni di vita i bambini non sanno come condividere i momenti di gioco con i coetanei, benché possa sembrarlo solo perché hanno la tendenza a giocare fisicamente vicini: in realtà si tratta di “gioco in parallelo”, perché ognuno gioca per conto proprio al massimo scambiando qualche oggetto con gli altri.

Questo fino a circa 5 anni, dopodiché diventa assai utile introdurlo alle attività parasportiva con le dovute cautele per evitare che perda la connotazione di divertimento. Da questo trae giovamento la capacità di interagire con gli altri, cominciando a mettere le basi per l’attitudine alla socializzazione anche per evitare le troppe ore davanti alla tv od al telefonino per contrastare la solitudine.

I giochi di gruppo è bene che vengano introdotti durante l’età della scuola elementare, perché i bambini sono ora in grado di vivere le relazioni sociali e interiorizzare le regole non scritte della convivenza in comunità. È l’età in cui cominciano a provare piacere facendo attività di gruppo, con giochi sempre più complessi.

Sia nel bambino che frequenta la scuola materna che durante i primi anni della scuola elementare è fondamentale stimolare la psicomotricità anche per mezzo di giochi semplici, ma vivaci. Ottimi esempi sono i classici giochi vintage di materiali poveri oppure i giochi magnetici adatti ad ogni età: luci, colori, differenti materiali e la componibilità sono caratteristiche perfette per offrire ai più piccoli la possibilità di acquisire esperienze tattili e visive, nella massima sicurezza. La diversità dei materiali usati per la costruzione di un unico oggetto, la diversità di forme e la componibilità permettono di vivere un’esperienza multisensoriale fondamentale nell’infanzia, dando libero sfogo alla creatività e alla fantasia.

Da qui l’importanza di non avere molti giocattoli, ma che lascino spazio alla sperimentazione sotto la guida del genitore; sarà sempre più importante la presenza fisica di mamma e papà, punti di riferimento per l’evoluzione emotiva e di personalità.