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Colleferro, Retuvasa e Coordinamento Interprovinciale: “Cosa si ottiene con la partecipazione agli incontri pubblici?”

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SIN Bacino del fiume Sacco, il MITE boccia la richiesta di sospensiva della perimetrazione avanzata dalla Regione Lazio

Di seguito, la nota di Retuvasa e Coordinamento Interprovinciale in merito alla partecipazione pubblica:

Informazione, Conoscenza, Partecipazione, Condivisione, Trasparenza sono stati gli obiettivi dell’incontro pubblico tenutosi a Colleferro per lo stato dell’arte della bonifica del SIN “Bacino del Fiume Sacco”.

Colleferro, incontro bonifica Valle del Sacco: ecco come è andata

Sono elementi che non possono prescindere l’uno dall’altro, senza uno di essi non può esserci Consapevolezza e Coscienza, e questo dovrebbe valere per ogni area tematica non solo per quella ambientale.

La ‘Vertenza valle del Sacco’ ha sollevato già queste necessità, di fronte allo scarso impegno da parte delle diverse Istituzioni coinvolte e soprattutto senza un loro coordinamento, che costituisce una condizione necessaria non solo per una azione efficace, ma anche per rendere fattibile la partecipazione dei cittadini. Associazioni e Comitati hanno svolto in proposito una funzione di supplenza, ma questa azione non può sostituire procedure e strumenti di partecipazione e condivisione delle informazioni e della conoscenza.

Il convegno di sabato 22 novembre ha permesso a cittadini ed Istituzioni di entrare in contatto diretto con chi dovrà sovraintendere tutte le operazioni di bonifica del SIN , il cosiddetto RUA o Responsabile Unico dell’Attuazione, attualmente in capo all’area Bonifiche della Regione Lazio sotto la Direzione dell’ Ing. Flaminia Tosini.

Uno dei primi effetti di questo incontro è stato quello di definire modalità di consultazione periodica e permanente con tutti i soggetti attivi  del territorio.

Premesso che i contenziosi aperti con la Regione Lazio  restano necessariamente in piedi, per il SIN apriamo una nuova fase, già sperimentata durante le sessioni della conferenza dei servizi istituita allo scopo di ridefinire la nuova perimetrazione del SIN, quella dell’incontro tra le parti per la soluzione dei problemi.

L’ing. Tosini, assieme ai suoi collaboratori, dopo una breve introduzione sullo stato dell’arte della bonifica si è prestato alle numerose domande e richieste da parte di Amministratori e Cittadini, nelle quali si è manifestato la volontà di capire, a fronte della oggettiva complessità degli aspetti tecnici ed amministrativi.

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Se i presenti hanno potuto rendersi conto della estrema articolazione delle procedure amministrative, da cui dipendono i tempi di esecuzione delle diverse pratiche, dalle caratterizzazioni ai progetti di bonifica ed alla loro esecuzione, non si sono certo sentiti rassicurati dalla scarsità del personale addetto a queste pratiche. In proposito è emersa una proposta da parte delle amministrazioni di Colleferro (Sindaco Pierluigi Sanna) e Ceprano (assessore all’ambiente Elisa Guerriero) di recuperare personale per istituire un ufficio/sportello di collegamento. Nel frattempo si è in attesa della conclusione del bando di gara per la nomina del Dirigente dell’Area Bonifiche della regione Lazio.

Le domande hanno coperto un ampio raggio, passando per questioni specifiche nei vari angoli della valle del Sacco, Colleferro Arpa 2 e caratterizzazioni area industriale, Anagni polveriera, Frosinone Le Lame, Ceccano Bosco Faito, Ceprano Europress e regolamenti edilizi, indagini epidemiologiche., partecipazione e collaborazione.

L’importanza di partecipare a questo tipo di incontri è fondamentale, si viene a sapere ad esempio che a parte Arpa2 a Colleferro, il resto è in fase di avvio.

Per quanto riguarda le aree di proprietà SE.CO.SV.IM a Colleferro -area industriale-, la caratterizzazione fu effettuata ai tempi dall’Ufficio Commissariale senza il contraltare di intervento analogo da parte dell’ ARPA regionale,  richiesta in modo vincolante per ogni indagine. Alla richiesta di chiarimenti in merito,  si è prospettato una integrazione di indagine, sino ad allora comunque la questione della validità di quelle indagini resta in sospeso.

Le caratterizzazioni nelle aree ripariali ad esempio richiedono 4 campionamenti ad ettaro, per circa 800 ettari, da eseguire in un tempo che dipende ovviamente dalle strutture e dalle risorse a disposizione. L’Arpa Lazio, che dispone oggi di un laboratorio autonomo anche per le diossine, non sarebbe in grado di effettuare tutte le analisi in tempi brevi, per cui si pensa di stipulare convenzioni con altre ARPA, Istituto Superiore di Sanità, Servizio Sanitario Nazionale, Istituto Zooprofilattico Nazionale e ASL come comunicato dal RUA alle amministrazioni locali. Probabile si debba ricorrere anche all’ausilio dei Carabinieri Forestali per l’accesso alle aree oltre naturalmente al supporto delle Amministrazioni locali. La tipologia di interventi si valuterà in relazione al grado di contaminazione, prima di allora non c’è motivo di delineare sperimentazioni o altro. E’ previsto un incontro con le Amministrazioni per i giorni dal 13 al 16 gennaio 2020 presso la sede del RUA.

La Circolare ministeriale del 02.05.19 per gli interventi edilizi in area SIN non ha contribuito a una reale normalizzazione, per cui i Comuni si trovano costantemente in netta difficoltà nel rispondere alle richieste che gli pervengono, ciò tende a congelare questo settore tecnico amministrativo con il pericolo di ricorsi avverso gli stessi Enti. E’ stato chiesto al RUA di farsi portavoce di questa situazione presso il Ministero.

La nuova indagine epidemiologica è in fase di avvio secondo i termini dettati dalla Delibera Regionale del 2016, delibera che prevedeva anche il monitoraggio delle acque. Quest’ultima, che include anche pozzi privati, richiede per la sua complessità il coinvolgimento dei Comuni, delle ASL, dei cittadini. Quindi collaborazione e coordinamento.

Per la discarica delle Lame a Frosinone si è accennato, ma il discorso è ancora prematuro, ad una paratia che tenda ad evitare la migrazione di contaminanti in falda e nel fiume, impensabile ad oggi che si possa pensare all’asporto dei 600.000mc di materiale informe da inserire nella programmazione della bonifica, anche perché ciò non è previsto in termini legislativi. La discarica delle Lame è stata inserita nel SIN per la sua internità all’area industriale e prossimità al fiume. Asportare i rifiuti dalle Lame costerebbe un centinaio di milioni di euro, inoltre recuperare quei rifiuti è praticamente impossibile per la loro eterogeneità.

Ci si è concentrati anche sugli scarichi nel fiume per i quali ci sono normative vincolanti da rispettare. Molti impianti ricadono in aree di competenza ASI ad esempio ed è da li che dovrebbe partire la task force sui controlli. Molte aziende sono state indotte agli auto-campionamenti e si sta provvedendo, in caso di rinnovo di autorizzazioni provinciali, ad intervenire con prescrizioni nel merito.

In particolare la situazione di Patrica molto preoccupante, ora può diventare area ad elevata crisi ambientale secondo la nuova Legge regionale, ci sarà da ragionare come ciò si integra nel SIN.

In generale ogni procedura attivata per gli interventi sul Sin è documentata sul sito della regione, tuttavia può risultare difficile recuperarla per cui è stato accolto con favore l’idea prospettata in un intervento di creare un sito in cui vengano raccolte tutte le informazioni relative in modo da renderne agevole la consultazione.

Le informazioni fornite in questo incontro pubblico, grazie alla ricca interlocuzione tra i responsabili ed partecipanti, ha delineato i caratteri di un contesto molto complesso che richiederà per essere affrontato il senso della responsabilità da parte di tutti gli attori in gioco in questa partita. A tal proposito dobbiamo ancora una volta evidenziare la scarsa partecipazione da parte delle amministrazioni dell’area SIN, invitate in tempo utile via PEC, a cui forse è sfuggita l’importanza di un confronto pubblico con i soggetti responsabili della azione di caratterizzazione e bonifica.

Ci siamo premuniti di ringraziare chi -nel corso di questi anni- ha contribuito con passione a mettere in campo la propria professionalità per il bene del nostro territorio, dai componenti dell’ex Ufficio Commissariale per quanto fatto nel periodo di loro competenza, a quelli regionali, in particolare sul ricorso al TAR contro il declassamento e per l’approccio sulla fase di riperimetrazione.

Come Retuvasa, come Coordinamento Interprovinciale, come Vertenza valle del Sacco abbiamo aperto una strada al confronto pubblico che, come richiesto in fase di firma dell’Accordo di Programma Quadro della bonifica, può portare ad una forma di partecipazione e collaborazione volontaria delle Associazioni – il RUA ci ha chiesto indicazioni su come improntarla- soprattutto dando disponibilità a programmare trimestralmente questa tipologia di incontri, necessari per garantire la conoscenza dello stato dell’arte.