Cronaca

Ostia, Fiumicino e Tuscolano: scoperti appartamenti a “luci rosse”. Arrestata maitresse

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Roma. Si proponeva come "operatrice del benessere" su numerosi siti e offriva attività sessuali a pagamento: denunciata 27enne

Fiumicino, Ostia e Tuscolano, queste le “zone ” coperte dalla cittadina cinese arrestata dalla Polizia di Stato per sfruttamento della prostituzione.

Ecco tutti i dettagli

Le indagini, condotte dagli agenti del commissariato di Fiumicino, diretto da Lucia Franchini, sono partite da alcuni annunci pubblicizzati su vari siti di incontri. I poliziotti, monitorando le utenze, hanno capito che i clienti venivano indirizzati in vari appartamenti tra Ostia, Fiumicino e Tuscolano.

Individuata la maitresse, ovvero J. E 42enne cinese, l’hanno seguita fino ad un palazzo nel centro di Ostia. La donna, ignorando di essere controllata a vista, ha bussato ad un appartamento e, quando ha aperto una ragazza orientale in abiti succinti, si è fatta consegnare una mazzetta di soldi. Visto lo scambio, i poliziotti sono intervenuti bloccando entrambe le donne. Come sospettato, la giovane che ha aperto la porta, si prostituiva e, il guadagno, tranne pochi euro, doveva consegnarlo a J.E. Oltre ai soldi ed ai cellulari i poliziotti hanno anche sequestrato delle ricevute di ricariche Postpay.

Gli investigatori, subito  dopo, hanno bussato ad un appartamento di Fiumicino ed anche qui ad aprire è stata una giovane prostituta di origini orientali, arrivata da 2 mesi in Italia. La ragazza riferiva di non sapere per chi lavorasse ed i soldi guadagnati doveva lasciarli sotto lo zerbino.

Il terzo appartamento riconducibile all’attività gestita da J.E è nella zona di Tuscolano ed anche qui è stata trovata una prostituta cinese.

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Per ultimo è stata perquisita l’abitazione, sempre nel quartiere Tuscolano, dove abitava la maitresse. In casa c’era il compagno e lì sono stati trovati e sequestrati  i cellulari con le utenze pubblicizzate e svariati preservati identici a quelli trovati nelle “case chiuse”.

J.E è stata arrestata e condotta nella sezione femminile del carcere di Rebibbia.