Cronaca

Roma, violenze ripetute sulla compagna 30enne: colpita persino in testa con una bottiglia

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VIOLENZA DI GENERE, LA POLIZIA LOCALE DI ROMA CAPITALE ESEGUE UN ARRESTO. E’ stato tratto in arresto nella notte C.A.T.Q. un trentenne di cittadinanza Peruviana, in esecuzione di una misura di custodia cautelare in carcere, emessa dalla Procura della Repubblica di Roma.

I fatti

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Le indagini, condotte dai caschi bianchi del gruppo Sicurezza Pubblica Emergenziale, hanno permesso di definire un quadro di ripetute violenze nei confronti di una 30nne, che più volte è dovuta ricorrere alle cure sanitarie per via delle lesioni cagionate dal proprio aguzzino, che in una circostanza, era arrivato a colpirla sul capo con una bottiglia, cagionandole traumi e tagli refertati con 25 giorni di prognosi.

Codice rosso

Determinanti, le nuove normative introdotte dalla legge c.d. “codice rosso” , che stanno consentendo di adottare misure tempestive ed efficaci, nel contrasto ai fenomeni di violenza sulle donne.

Gravi gli indizi di colpevolezza che hanno portato alla misura della custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Roma, nei confronti di un uomo che aveva più volte esercitato forme di violenza familiare. Gli agenti della Polizia Locale di Roma Capitale, gruppi Spe ( Sicurezza pubblica e emergenziale) e GSSU
(Gruppo sicurezza sociale urbana) questa notte, dopo varie ricerche e appostamenti nei luoghi frequentati da C.A.T. Q., peruviano di 30 anni, lo hanno individuato e condotto nel carcere di Regina Coeli, dando esecuzione al provvedimento disposto dal GIP.

Dopo indagini, interrogatori e acquisizione di referti ospedalieri, gli operanti hanno potuto far emergere i ripetuti comportamenti violenti e vessatori dell’uomo nei confronti della compagna, D.C.C.J, peruviana di 28 anni. Disparati i soprusi subiti dalla donna, non solo fisici, come percosse , tentativi di strangolamento, ma anche psicologici, che si manifestavano con imposizioni quali divieti di uscire con gli amici, gravi limitazioni della libertà personale, o in atteggiamenti intimidatori come minacce di morte a lei e alla sua famiglia. Evidenti i segni lasciati sul corpo della vittima a causa delle violenze subite.

Grazie all’intervento della Polizia Locale si è messa la parola fine a questo rapporto basato sulla violenza e sulla paura, impedendo il reiterarsi di condotte pericolose che avrebbero potuto causare conseguenze ancora più gravi.