Teatro

Officina EST: la fatica di portare la cultura e il teatro nella Valle dell’Aniene

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Teatro di Arsoli

Officina EST nasce nel 2006, come progetto del collettivo di artisti riunitisi nell’Associazione Settimo Cielo, con la missione di promuovere arte e cultura attraverso il teatro e valorizzare il tessuto storico e sociale del territorio della Valle dell’Aniene. Nel 2010 vince il bando per diventare officina culturale della Regione Lazio, e quattro anni dopo vince ancora per il biennio 2014/2016. Dal novembre 2015 ha costituito una ‘residenza artistica’ nel Teatro di Arsoli. Abbiamo incontrato due dei soci di Settimo Cielo, Gloria Sapio e Maurizio Repetto, per fare un bilancio di questi anni di attività sul territorio, in particolare di quest’ultimo biennio che proprio in questo mese si è chiuso.

Cos’è la ‘residenza artistica’ del teatro di Arsoli?

Gloria: Una residenza artistica è un gruppo di teatro che si colloca in un territorio e sposta tutta la sua attività all’interno di uno spazio (per noi il teatro di Arsoli). Nel nostro caso abbiamo anche vinto un bando e quindi siamo stati riconosciuti come tale dalla Regione. Chi è titolare della residenza a sua volta apre le porte del suo teatro ad altri artisti che magari non hanno uno spazio loro per lavorare. Di fatto grazie a noi oggi questo teatro è l’unico realmente ‘vivo’ della Valle dell’Aniene, ossia è l’unico dove si fa una programmazione continuativa, con una direzione artistica e delle attività collaterali.

In che modo cercate di interagire con il territorio e coinvolgere il pubblico?

Maurizio: In molti modi. Vogliamo che gli artisti che ospitiamo come residenza abbiano un contatto con il pubblico, per cui facciamo venire gruppi di bambini e adulti a vedere le prove, o anche tutto il percorso creativo. Così si può vedere la nascita di un progetto, le varie difficoltà. Quest’anno abbiamo fatto anche un progetto di integrazione con il comune di Marano Equo e abbiamo fatto venire in teatro le varie comunità straniere presenti; ognuno ha cucinato un proprio piatto tipico e ha potuto confrontarsi con gli artisti.

Quali sono le difficoltà che incontrate nel lavorare in questo territorio?

Gloria: Come ha detto un nostro amico, Carlo Infante, fare cultura nel Lazio, al di fuori di Roma, è come ‘’arare un campo di bocce”. C’è davvero poco.

Maurizio: La vicinanza con Roma non aiuta, poi tanti comuni sono costituiti ormai quasi solo da pendolari, senza contare che hanno le finanze ridotte al minimo. Nonostante ciò la gente c’è, risponde. Il nostro teatro ad Arsoli è sempre pieno. È quindi un territorio sì difficile, ma grazie al lavoro fatto in questi anni riusciamo ad intercettare il pubblico.

Anche i giovani sono attratti dal teatro?

Gloria: Sono il pubblico più difficile, ma non solo qui, anche a livello nazionale. E per noi è particolarmente difficile perché in molti comuni del nostro territorio i giovani proprio non ci sono, nel senso che molti adolescenti vanno a scuola o a Subiaco o a Tivoli, e quindi finiscono per disperdersi sul territorio: non c’è un luogo che li aggreghi, non c’è modo di intercettarli. Diventano dei pendolari anche loro.

Maurizio: Perciò abbiamo cominciato a lavorare direttamente nei licei di Subiaco e Tivoli, facendo anche progetti molto interessanti, per esempio sulla prima Guerra Mondiale. È un peccato perché molti giovani non conoscono la ricchezza e la varietà del linguaggio teatrale. Una cosa che abbiamo scoperto lavorando con loro per esempio è che vogliono vedere soprattutto i classici. Le rivisitazioni moderne non gli piacciono. Stiamo imparando a capire cosa apprezzano di più, in modo da poterli guidare e progredire nel linguaggio artistico .

Perché è ancora importante il teatro e il linguaggio teatrale?

Gloria: Perché il teatro salverà il mondo. È qualcosa di insito in noi, ce lo portiamo dietro dalle età delle caverne. Ha una forza enorme.

Maurizio: Perché, citando Gianfranco Calligarich, “il teatro è la metafora più forte della vita: un momento di luce tra due bui ”.

Officina EST: Gloria Sapio e Maurizio Repetto
Maurizio Repetto e Gloria Sapio