Nella mattinata odierna, i militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Fiuggi hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di misure cautelari personali emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Frosinone nei confronti di quattro persone – delle quali tre poste agli arresti domiciliari ed una colpita dall’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria -, residenti nei Comuni di Frosinone ed Alatri, indagate a vario titolo per i reati di contraffazione e ricettazione.
Ecco cosa è successo
L’indagine di polizia giudiziaria, condotta dalle Fiamme Gialle di Fiuggi, ha permesso di individuare, grazie al costante monitoraggio del web e, in particolare, delle piattaforme social (Facebook, Instagram), un fiorente commercio di articoli di abbigliamento contraffatti, che riproducevano illegalmente i marchi di note firme della moda italiana ed estera, ovviamente a prezzi nettamente inferiori rispetto a quelli di mercato.
I profili social di interesse si configuravano, infatti, come veri e propri negozi on line, dove veniva proposto ai potenziali clienti utenti del web l’acquisto di prodotti contraffatti, il cui corrispettivo veniva pagato attraverso l’accredito del denaro su carte di credito postali “Postepay” ovvero attraverso il sistema “PayPal”.
L’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Frosinone, ha consentito, anche grazie ad indagini tecniche, di individuare due attività commerciali, ubicate nei Comuni di Frosinone e Napoli, utilizzate per il confezionamento dei capi di abbigliamento contraffatti, intestate a persone compiacenti riconducibili agli indagati.
Il continuo monitoraggio degli indagati, altresì, ha consentito di rilevare i legami di due degli arrestati, peraltro già noti alla giustizia, con la criminalità organizzata campana. Nonostante i vari sequestri effettuati dai Finanzieri fiuggini nel corso delle indagini, gli indagati non desistevano dal proseguire l’illecita attività, aprendo nuovi profili social con nomi di fantasia ed utilizzando utenze intestate a persone inesistenti ovvero a persone straniere compiacenti.
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Complessivamente, a conclusione dell’operazione, sono stati sequestrati n. 1.247 capi di abbigliamento, la cui successiva consulenza tecnica ne ha accertato la falsità, per un valore di mercato di circa 100.000 euro.
L’Autorità Giudiziaria, oltre alle misure cautelari personali, ha disposto il sequestro preventivo del denaro presente sui conti correnti intestati ai principali indagati e, qualora incapienti, il sequestro per equivalente di beni nella proprietà o disponibilità dei suddetti per un ammontare di 60.000 euro.
La contraffazione costituisce un moltiplicare d’illegalità, poiché alimenta i circuiti sommersi del lavoro nero, dell’evasione fiscale e del riciclaggio.