La Regione Lazio con apposita determinazione datata 12 dicembre 2019 ha cancellato la realizzazione del Presidio Sanitario Ambientale (Pre.S.A.) di Anagni, che avrebbe dovuto trovare locazione presso l’ex Ospedale civile cittadino.
Stando al testo della determinazione il Pre.S.A. è stato cancellato per le “attuali esigenze” della Regione Lazio, una scelta fatta in base a criteri non del tutto chiari e che ha spinto il sindaco di Anagni Daniele Natalia ad intervenire sulla questione.
Le parole del Sindaco di Anagni, Daniele Natalia
“Apprendiamo che il Presidio Sanitario Ambientale di Anagni, sbandierato in pompa magna come un’innovazione da parte della Regione Lazio, è stato smantellato senza essere mai stato reso operativo. Un’altra illusione che fa male al territorio. Anagni e tutta l’area nord non hanno bisogno di slogan o di facile propaganda sulla pelle dei cittadini; c’è invece la necessità di agire concretamente sia in campo ambientale, come l’amministrazione di Anagni per quelle che sono le sue competenze sta facendo, sia in campo sanitario cercando di ottenere, attraverso il dialogo costruttivo con la ASL, il potenziamento dei servizi sanitari/emergenziali per il territorio di Anagni e zona nord della provincia. Dunque azione graduale ma incisiva.
Per parte nostra, sia come amministratori che come politici del territorio, chiederemo l’erogazione promessa dalla Regione Lazio dei fondi stanziati per l’attuazione del “Programma di Valutazione Epidermiologica per le popolazioni della Valle del Sacco” che è fondamentale per comprendere fino a che punto l’inquinamento incida sulla salute dei cittadini della Zona SIN interessata. Infatti se il Pre.S.A. altro non era che un “contentino” privo di utilità concreta, le valutazioni e le statistiche restano fondamentali per attuare poi le politiche pubbliche più utili al territorio interessato».Ancora una volta la Ciociaria viene penalizzata dalla Regione ed il primo cittadino di Anagni, in prima linea nella battaglia per l’ambiente e la sanità, chiosa: «Non è ammissibile prendere decisioni che poi ricadono sulla pelle dei cittadini senza coinvolgere i Comuni e gli altri Enti territoriali. Una prassi questa che causa un danno concreto ai territori, mettendo in mostra un fatto: le scelte solo legate a mere questioni contabili, a prese di posizioni inconcludenti, e non sono frutto di studi ed analisi sulla situazione del territorio sul quale si vuole intervenire.
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La storia è sempre la stessa, la Provincia di Frosinone può essere spremuta per i voti ma non dotata dei servizi essenziali. Su questioni d’importanza capitale come l’ambiente e la sanità chiediamo un maggior coinvolgimento diretto dei Comuni, di chi cioè sta in prima linea nella garanzia e difesa dei diritti dei cittadini”.