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Anagni, Marangoni e questione ambientale Valle del Sacco: il pensiero del coordinamento per l’ambiente

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Le associazioni Anagni Viva, Comitato Residenti Colleferro, Diritto alla Salute e Retuvasa, attraverso un comunicato stampa congiunto, hanno voluto dire la loro sull’azienda Marangoni e della discarica.

La nota

È in corso una campagna mediatica da parte dei tifosi della Marangoni con il chiaro intento di sollecitare i funzionari regionali preposti a decidere circa la concessione della autorizzazione a continuare a bruciare gomme nell’obsoleto inceneritore di via anticolana.

Una campagna lacunosa e imprecisa nelle informazioni che vengono pubblicate e per le quali i “sedicenti ambientalisti”, come vengono definiti in un recente articolo, ritengono opportuno commentare.

Non è dato conoscere chi siano questi valorosi sponsors della Marangoni che tengono testa agli ambientalisti. Sarebbe opportuno disporre della identità per poter conoscere le motivazioni di tale sponsorizzazione e potersi confrontare con loro. Non si tratta qui di una partita di calcio, ma di qualcosa di ben più serio che ha coinvolto per un ventennio e che coinvolge la salute di migliaia di cittadini, nonché il modello di futuro economico della comunità.

Non è dato conoscere, a fronte della presente situazione di un rinnovo non ancora autorizzato chi sia questo misterioso cartomante che, prevedendo il futuro, “dice sì”.

Non è dato conoscere quali siano i “molti”, secondo il cui autorevole e professionale parere, ritengono che l’inceneritore possa “essere riacceso nella immediatezza”.

L’articolo riduce a “lungaggini burocratiche “la tempistica della decisione autorizzativa con un attacco ingeneroso nei confronti dei funzionari dei pubblici uffici per i quali i “tempi stretti non sono graditi”, quindi appellandoli fannulloni.

Riteniamo invece che la decisione sulla autorizzazione sia complicata per diversi elementi da valutare, quali l’obsolescenza dell’impianto e la sua inadeguatezza nei confronti delle migliori tecnologie disponibili, la valutazione  dell’azienda e delle sue prospettive, il totale disimpegno dalle attività produttive dagli effetti occupazionali impattanti,  le dichiarazioni tecniche che sollevano problematiche da chiarire  prodotte nel corso dell’istruttoria, una determina che presenta elementi  tecnici  critici da valutare approfonditamente. Non una lungaggine burocratica, ma, a nostro avviso, la necessità di un professionale profondo riesame della situazione nel suo complesso.

In un contesto ambientale che viene dichiarato SIN e per il quale sono previsti costosi interventi di bonifica, in un contesto dove la qualità dell’aria è   gravemente compromessa dalla orografia della Valle del Sacco, dove il reinserimento di una combustione delle gomme altamente pericolosa come riportato nella letteratura scientifica tecnica e medica è anacronistico. E ricordiamo, a rettifica dell’articolo, che è presente il ricorso al Tar a firma delle Associazioni e sostenuto economicamente da migliaia di cittadini, pronti alla mobilitazione.

Ma quello che più rende perplessi è la sollecitazione delle istituzioni che esercitano alcuni rappresentanti sindacali che si propongono di “tenere alta l’attenzione”, di organizzare una mobilitazione per sostenere la difesa di dodici posti di lavoro all’inceneritore. Ma sono gli stessi rappresentanti sindacali che oggi tuonano contro le istituzioni e la “burocrazia” quelli che, quando la Marangoni chiudeva uno storico stabilimento produttivo licenziando quattrocento operai, sono rimasti in passivo silenzio, senza alcuna mobilitazione?

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E aggiungiamo che il “declino del territorio” è proprio a causa di queste scellerate scelte industriali che preferiscono attività di processo inquinanti a bassa occupazione a più solide e sostenibili industrie manifatturiere con elevati livelli occupazionali. E ci si permette di ricordare a questi rappresentanti sindacali le tragedie delle morti bianche. Ricordiamo che le morti sul lavoro non sono solo quelle immediate causate da cadute, schiacciamenti, soffocamenti, incendi. Sono anche quelle più subdole, di lenta evoluzione, che comportano negli anni lunghe e penose sofferenze.

LE ASSOCIAZIONI:

Anagni Viva

Comitato Residenti Colleferro

Diritto alla Salute

Retuvasa