Fabio Ferrone Viola, che fa del riciclo la propria fonte di ispirazione.
“CRUSH – Manifesto globale” è parte di un lungimirante progetto espositivo, promosso dall’Associazione
Michele Valori, che dal 5 al 31 luglio 2016 al Complesso del Vittoriano – Ala Brasini a Roma dà il via a
un ambizioso manifesto di educazione ambientale mirato a diffondere – attraverso l’arte e la creatività – una
maggiore coscienza del disagio ecologico.
Il titolo della mostra “Crush” si riferisce al gesto attorno a cui ruota tutta la ricerca dell’artista, ovvero
schiacciare le lattine accartocciate raccolte per strada. Da questo il termine “crushismo” coniato dallo stesso
Ferrone, espressione che descrive la sua particolare tecnica esecutiva per realizzare qualcosa che possa
essere ancora una volta “utile”, rivestendo i “rifiuti” di una nuova dignità artistica.
La tappa romana della mostra rappresenta l’apripista di un progetto itinerante più ampio che in futuro vedrà
coinvolte anche altre città sulla scia della passione, del coinvolgimento emotivo e dell’esperienza di Fabio
Ferrone Viola che nel suono onomatopeico Crush – tradotto dall’inglese “schiacciato” appunto – ha trovato il
leitmotiv della sua arte.
La mostra, con il patrocinio della Regione Lazio e di Roma Capitale, promossa dall’Associazione Michele
Valori, in collaborazione con Micro Arti Visive, vede come media partner Inside Art, come partner la
Rome University of fine Art (Rufa) e come sponsor tecnici Casale del Giglio e Oasi Valle Noce.
La mostra è organizzata col supporto di Anidan.
Il catalogo è edito da Gangemi Editore.
L’ARTISTA
Fabio Ferrone Viola nasce a Roma nell’agosto del 1966 da Marilù Viola e Franco Ferrone, collezionista e
appassionato di arte contemporanea.
Sin da bambino segue il padre per le trasferte negli Stati Uniti. È la fine degli anni ’70 e Fabio rimane
affascinato dalle luci, dai colori, dalla cultura americana tanto che resterà impressa per sempre nella sua
memoria fino a influenzare molta parte del suo lavoro.
Dopo aver concluso gli studi, viaggia molto in Italia e all’estero grazie alla sua attività di creativo, di stilista e
responsabile di produzione, occupazione che lascia definitivamente nel 2006 per dedicarsi a tempo pieno
all’arte.
Le sue opere raccontano le esperienze e passioni ma anche i sentimenti di insofferenza rispetto
all’avanzare del degrado ambientale.