Da gennaio 2019 a gennaio 2020 le ACLI di Roma e provincia, grazie alla buona pratica replicabile de “Il cibo che serve”, hanno potuto recuperare e ridistribuire 64.319 kg di pane e 36.612 kg di ortofrutta, accompagnando in questo modo circa 1.200.000 pasti in un anno. Un’iniziativa che lievita in modo esponenziale se si considera che i valori annuali risultano triplicati rispetto all’anno di inizio di recupero di ogni tipologia di prodotto (2015 il pane e 2018 frutta e verdura).
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Di particolare rilevanza sono i prodotti recuperati dalla filiera di agricoltura BIOLOGICA e BIODINAMICA, che al fianco della frutta e alla verdura recuperata grazie alla collaborazione con il CAR (Centro Agroalimentare di Roma), rappresentano quegli alimenti nobili che consentono alle ACLI di Roma di rispondere all’obiettivo non solo di recuperare cibo, ma di garantire cibo di qualità, un nutrimento sano necessario per la tutela della salute, ma che spesso manca sulle tavole dei più fragili.
“il cibo che serve” è un progetto in continua crescita, che va oltre i numeri e che nell’ultimo anno si è ulteriormente sviluppato con la collaborazione dei Centri di Logistica e aziende produttrici attraverso il recupero di generi di prossima scadenza (2/3 mesi) ordinati dalla GDO, ma non consegnati ai punti vendita e quindi salvati dallo smaltimento.
Nel 2019 grazie al progetto è stato recuperato anche pesce fresco e generi di prima necessità tra i quali alimenti per l’infanzia, una grande novità per l’iniziativa che, oltre a rivolgersi alle grandi realtà solidali del territorio, si apre, quindi, anche alla distribuzione diretta alle famiglie in difficoltà incontrate e accolte presso i presidi solidali delle ACLI di Roma presenti soprattutto nelle periferie e nella provincia. Sono proprio le famiglie, infatti, ad essere sempre più a rischio povertà, costantemente ad un passo dal baratro costrette a fare i conti con una quotidianità problematica. Per questo le ACLI di Roma hanno ulteriormente esteso la propria attività di recupero ai mercati rionali ampliando la rete del progetto con il Mercato Montagnola e quattro mercati del Municipio Roma III nei quali si sono svolte anche attività di animazione e sensibilizzazione territoriale per la prevenzione e il contrasto allo spreco. Ad oggi “il cibo che serve” conta 159 esercizi commerciali, 71 enti solidali in 11 municipi e 7 comuni della provincia di Roma.
Questi risultati sono stati presentati nella giornata odierna, mercoledì 5 febbraio 2020, in occasione della VII Giornata Nazionale di Prevenzione allo Spreco Alimentare, nel corso dell’appuntamento che ha visto le ACLI di Roma a fianco dell’ENPAM, in piazza Vittorio Emanuele II 78, alle ore 10.30 con un incontro dedicato al contrasto dello spreco, recupero delle eccedenze e salute. L’iniziativa si è collocata nell’ambito del progetto “Piazza della Salute” che Enpam porta avanti dal 2016 per sensibilizzare i cittadini sui corretti stili di vita.
Sono intervenuti il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, il sottosegretario Roberto Morassut, il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, il sottosegretario al Ministero della salute Sandra Zampa, la promotrice della legge nazionale “antispreco” Maria Chiara Gadda, l’ambasciatore presso la rappresentanza d’Italia all’Onu Vincenza Lomonaco, il team leader del “Food Losses and waste technical team, nutrition and food systems division” della Fao Rosa Rolle, e il presidente del “Comitato italiano per il World food program” Vincenzo Sanasi d’Arpe.
Una dimostrazione di come prevenire lo spreco alimentare anche in ambiente domestico è stata inoltre offerta da un gruppo di studenti dell’Istituto Alberghiero Gioberti di Roma, impegnati nella preparazione e illustrazione di un piatto realizzato con eccedenze alimentari recuperate grazie al progetto “il cibo che serve” delle ACLI di Roma e “Cuor di CAR” del Centro Agroalimentare di Roma.
Al tema del contrasto allo spreco è stata affiancata anche una riflessione sulle importanti pratiche italiane di recupero e redistribuzione delle eccedenze con una tavola rotonda alla quale hanno partecipato: Lidia Borzì, presidente delle ACLI provinciali di Roma, il coordinatore del progetto ’60 Sei zero’ dell’Università di Bologna, Luca Falasconi e Maurizio Pessato, vicepresidente dell’istituto Swg.
“Siamo felici di rinnovare – dichiara Lidia Borzì, presidente delle ACLI di Roma aps – anche quest’anno la nostra collaborazione con l’ENPAM per la giornata contro lo spreco alimentare, cibo e salute infatti sono alla base della nostra una buona pratica di economia circolare, per cui il cibo a un passo dal diventare rifiuto, diventa risorsa producendo un valore che vale per quattro: economico, sociale, educativo e ambientale. Un progetto che ha significative ricadute positive non solo per i destinatari finali come le famiglie e le realtà solidali, ma anche per gli esercenti, che concretizzano la loro responsabilità sociale d’impresa e possono avere un vantaggio economico grazie alla legge Gadda, le istituzioni, in particolare i municipi, che si pongono come veri e propri presidi di prossimità ma anche le scuole e l’università, che svolgono importanti attività di sensibilizzazione e prevenzione che è la via principale per contrastare gli spechi”.
“La lotta allo spreco alimentare – dichiara Alberto Oliveti, presidente dell’Ente di previdenza e assistenza dei medici e degli odontoiatri – deve partire dalla formazione, specialmente dei più giovani. Bisogna ricordare infatti che si tratta di un tema che ha un impatto sulla salute, oltre ad avere implicazioni etiche. Noi medici, con la nostra capillarità sul territorio, dobbiamo essere in prima linea nel promuovere uno stile di vita attento nella scelta degli alimenti e nella limitazione degli sprechi. Non a caso sono proprio gli alimenti più salutari i più soggetti ad essere buttati, perché freschi e privi di conservanti.”