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Palestrina, ore di attesa al Pronto Soccorso per una visita a una neonata colpita da bronchiolite

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consiglieri lazio sanità pubblica

Tante ore di attesa al Pronto Soccorso dell’ospedale di Palestrina per una neonata di sei mesi affetta da bronchiolite. Si tratta, purtroppo, di una storia che rischia di vedere minati i principi di assistenza sanitaria della quale ogni cittadino dovrebbe avere il diritto.

La vicenda, accaduta nella mattinata di domenica 7 febbraio, è stata raccontata da una lettera aperta scritta dal padre della piccola Aurora.

“Mia figlia da venerdì sera sta male – si legge -, condizione aggravatasi tra sabato e domenica mattina. Decidiamo di chiamare il reparto di Palestrina di Pediatria il quale sentiti i sintomi ci invita a recarsi presso il Pronto Soccorso più vicino. Mia figlia lamenta difficoltà respiratorie, tosse grassa vomito e non riesce ad alimentarsi in quanto tutto ciò che mangia vomita dopo un po’.

Arrivo al Pronto Soccorso di Palestrina alle 10 circa e l’infermiera al triage mi informa che la bambina non può essere visitata in quanto c’è un solo pediatra ed il reparto ha bloccato le visite e mi invita ad andare a fare un giro e ripassare (e certo siamo al centro commerciale).

Ribatto che mia figlia sta male, non respira bene, fuori fa freddo e chiedo di poter andare almeno ad aspettare fuori il reparto, cosa che mi viene negata in malo modo dicendomi, testuale «poi si incazzano».

In sostanza devo aspettare al Pronto Soccorso con una bambina di 6 mesi a cui viene da vomitare e con tanti altri malati che sopraggiungeranno nel tempo, chi con febbre alta, chi con polmoniti o malattie contagiose.

Dopo più di un’ora di attesa chiedo, gentilmente e con educazione, all’infermiera se può sentire il reparto per sapere più o meno i tempi in modo eventualmente da organizzarmi anche per la pappa della piccola. Risposta «io non chiamo proprio nessuno, se vogliono sono loro che chiamano a me». A questo punto infastidito e preoccupato per mia figlia chiamo i Carabinieri i quali intervengono prontamente ma non possono fare altro che chiedere i motivi di questi ritardi.
Mi informano che sarò il prossimo ad essere chiamato (questo alle 11,30 circa) e grazie tante visto che ero anche il primo ad essere arrivato.

L’infermiera dell’accettazione, una volta andati via, va su tutte le furie dicendo che possiamo chiamare pure l’esercito ma tanto le visite non si fanno lo stesso.

Vengo chiamato alle 12,20 circa dopo quasi due ore e mezzo di attesa.

Per la cronaca mia figlia ha una bronchiolite, malattia che per un neonato può anche essere grave e ad ogni modo è molto contagiosa verso altri piccoli.

Mentre siamo stati in attesa c’erano molti altri bambini, di cui uno di appena 20 giorni che non è stato neanche visitato dal personale del Pronto Soccorso.

Io sono stato fortunato…. almeno hanno provato attraverso un saturimetro a vedere la saturazione del sangue di mia figlia salvo poi dichiarare che la macchina però non funziona bene… in effetti segnava valori sempre diversi…. una volta 78 una volta 85 e quando segnava 91 l’infermiera ha deciso che ecco…. in quel momento funzionava e quindi la saturazione era buona.
Siamo in condizioni davvero pessime, un Pronto Soccorso dovrebbe garantire interventi celeri, lo dice la parola stessa, almeno nei neonati che hanno esigenze particolari e non possono stare troppe ore a contatto con altri malati. Vi prego di pubblicare questa mia lamentela, tutti devono sapere».