FEDERLAZIO, INDAGINE CONGIUNTURALE: SEGNALI ANCORA NEGATIVI PER LE PMI DEL LAZIO. PREVISIONI IN LEGGERA CRESCITA
La Federlazio ha realizzato la consueta indagine congiunturale sullo stato di salute delle piccole e medie imprese del Lazio su un campione di 450 imprese associate. Lo studio ha riguardato il secondo semestre 2019. L’indagine è stata presentata oggi presso la sede dell’Associazione dal Presidente della Federlazio Silvio Rossignoli e dal Direttore Generale Luciano Mocci. Hanno commentato i risultati Raffaello Bronzini, della Divisione Analisi e Ricerca della Banca d’Italia, Marco Agostini, Capo Staff Assessorato Sviluppo Economico e Turismo di Roma Capitale e Paolo Orneli, Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lazio.
Purtroppo la prima considerazione che emerge dalla nostra indagine è una sostanziale conferma del trend negativo registrato già nei mesi scorsi. Una immobilità e assenza di crescita che, purtroppo, emerge da quasi tutti i dati raccolti sia sul piano nazionale che su quello regionale.
Tra i pochi segnali confortanti, registriamo un tasso di crescita delle imprese nel Lazio che nel 2019 si attesta a +1,57%, superiore a quello registrato in tutte le altre regioni d’Italia e quindi anche alla media nazionale (+0,52%).
Passando alla valutazione sull’occupazione si registrano luci e ombre. Infatti, se da un lato, almeno nel primo e nel secondo trimestre 2019, si sono verificati incrementi tendenziali dello 0,3% e dello 0,8% del numero di occupati, nel terzo trimestre la crescita si è fermata.
L’INDAGINE FEDERLAZIO
Nel II semestre 2019 il saldo di opinioni sull’andamento degli ordinativi per quanto concerne il mercato nazionale si attesta a +0,5 punti, accentuando la riduzione che si era già manifestata nella prima parte dell’anno (+1,1) rispetto al valore di +9,3 registrato nel secondo semestre 2018. Negativi i saldi relativi ai mercati internazionali: quelli dal mercato UE passano da -2,7 punti a –6,4, mentre quelli dal mercato extra-UE migliorano leggermente pur continuando a rimanere di segno meno, da -9,1 a -7,6.
Anche il saldo di opinioni sul fatturato dal mercato domestico arretra passando da +1,7 punti a +1,0. Ancor più negativi i valori registrati sul mercato UE (da -2,9 a -9,7) e quelli sul mercato extra-Ue (da -1,9 a -10,8).
Coerentemente con quanto visto fino ad ora, anche il saldo di opinioni delle aziende intervistate sull’andamento della produzione fa registrare un certo arretramento, attestandosi a -4,8 rispetto a -1,5 del 1° semestre 2019.
Rimane invece stabile il dato sugli investimenti: il 32,7% delle imprese dichiarano di averne effettuati nell’ultimo semestre, contro il 32,6% del semestre scorso e il 37% di quello ancora prima.
Crolla l’occupazione: dopo che il saldo di opinioni tra il secondo semestre 2018 (+15.1%) ed il primo semestre 2019 (+8,2%) accusava un significativo calo, si registra una nuova diminuzione tanto da diventare negativo attestandosi a -0,5%; tutto ciò a conferma della difficoltà che le imprese stanno evidenziando in questa fase economica. Riguardo le tipologie di contratto attivate dalle imprese in cui l’occupazione è cresciuta, aumentano i contratti a tempo indeterminato (dal 40,5% al 50%), mentre rimangono stabili quelli a tempo determinato (dal 47,6% al 47,4%). In controtendenza rispetto al primo semestre dell’anno aumentano i contratti di apprendistato (da 23,8% a 28,9%), i tirocini (da 7,1% a 18,4%) e garanzia giovani (da 7,1% a 15,8%).
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Riguardo il tema dello sviluppo delle risorse umane e degli investimenti in formazione, il 18% delle imprese ha dichiarato di aver usufruito delle opportunità di finanziamento rappresentate dai fondi interprofessionali (13%) e degli altri fondi pubblici (5%) contro il 22% del semestre scorso.
Passiamo ora alle previsioni espresse per il primo semestre 2020.
Per quanto riguarda gli ordinativi arrivano segnali positivi da parte degli imprenditori che dichiarano valori tutti in aumento: mercato interno (da 6,7 a 9,9), Unione europea (da -3,2 a +2,8) e Extra UE (da -2,2 a +8,6).
Le previsioni sul fatturato confermano lo stesso trend anche sia sui mercati UE (da -6,7 a 0) che su quelli Extra UE (da 0 a +3,4), mentre sono in leggera diminuzione sul mercato italiano (da 8,7 a 7,9).
Per le previsioni sull’occupazione nel primo semestre 2020, il saldo atteso rimane sostanzialmente stabile (da -2,3 a -2,5).
Per quanto riguarda la formazione, il prossimo semestre l’orientamento sembra improntato a un maggiore utilizzo dei fondi appositamente stanziati: sale dal 31% al 43% la percentuale di aziende che intenderebbe sviluppare iniziative di formazione delle risorse umane attraverso le opportunità di finanziamento disponibili.
Rimane invece pressoché stabile (da 36% a 35,2%) la percentuale delle imprese che ha manifestato l’intenzione di effettuare investimenti nel 1° semestre 2020.
Alle aziende è stato poi chiesto di esprimere una valutazione complessiva sull’attuale situazione economica. Risulta in crescita la percentuale di imprenditori che hanno una posizione più ottimistica (da 17,7% a 21%), mentre diminuisce quella dei “pessimisti” (da 82,3% a 79%).
Dalla lettura di questi dati relativi alle previsioni per il prossime semestre appare evidente che da parte del campione di intervistati vi sia più una manifestazione di ottimismo della volontà, che rappresenta una reazione ad una situazione economica difficile.
Dal 2017 la nostra indagine effettua anche un focus specifico sulla internazionalizzazione delle Pmi del Lazio. Da quanto emerge dall’indagine, rimane perfettamente stabile al 63% la quota delle aziende che dichiarano di non operare sui mercati internazionali. Alla domanda sul perché l’azienda non operi sui mercati internazionali, il 36,1% dichiara che “la struttura aziendale non è attrezzata per affrontare i mercati esteri”, mentre per il 56,9% la ragione è che “il mercato nazionale assorbe completamente la produzione”.
“Anche le rilevazioni registrate nel 2° semestre 2019 confermano un trend fortemente negativo. Purtroppo parliamo di una tendenza costante ormai da alcuni semestri ed è preoccupante la continua assenza di segnali di ripresa. Piccoli segnali incoraggianti li troviamo solo sul tasso di crescita delle imprese nel Lazio, in crescita e migliore del dato nazionale, e sulle previsioni per il prossimo semestre.
Si tratta ancora però di segnali troppo timidi per poterli considerare utili ad una prossima crescita economica. E’ ormai evidente che in assenza di uno scossone sulla nostra economia, che potrebbe arrivare da una sensibile riduzione della pressione fiscale o da un programma di grandi investimenti pubblici, sarà ben difficile che possano riaccendersi i motori dell’economia nazionale e regionale.
Oggi si ha un po’ l’impressione che, nonostante gli encomiabili sforzi messi in campo dalla Regione Lazio con i bandi su energia pulita, digitalizzazione, internazionalizzazione, start up e via dicendo, non si riesca ugualmente ad innescare quella spinta verso lo sviluppo economico. In questo quadro generale il sistema imprenditoriale non può che mettere in campo strategie di piccolo cabotaggio, un po’ attendiste, dove prima di rischiare si aspetta di vedere meglio cosa accadrà.
L’auspicio è che la politica faccia presto scelte strategiche, perché in questo momento abbiamo bisogno urgente di rimettere al centro dello sviluppo l’industria e quella manifatturiera in particolare, ovvero il settore che negli anni ha fatto grande questo Paese e che invece oggi si trova in forte affanno.”
Questa la dichiarazione del Presidente Federlazio, Silvio Rossignoli.