I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma hanno dato esecuzione ad un decreto di confisca dei beni emesso dal Tribunale di Roma – Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti di Aiello Sergio (cl. 1951) – noto alle cronache come uno dei principali indagati nell’indagine “Lady ASL” sulla Sanità nel Lazio – su richiesta della Procura della Repubblica di Roma (Sost. Proc. Dott. Stefano Fava).
Si tratta di un provvedimento disposto ai sensi dell’art. 24 del d.lgs. 159/2011, relativo alla misura di prevenzione della confisca dei beni, nei confronti di persona socialmente pericolosa.
Il procedimento di prevenzione è stato avviato su proposta del Nucleo Investigativo di via in Selci, sulla base dell’accertata pericolosità di Aiello, derivante dalla sentenza del Tribunale di Roma, emessa il 6 giugno 2013, parzialmente riformata da quella della Corte di Appello di Roma, emessa il 9 luglio 2014, per numerosi delitti di truffa, corruzione propria continuata, peculato continuato aggravato, falso ideologico e materiale aggravato ed altro, commessi in danno della ASL RMC, ove Aiello ricopriva l’incarico di capo della U.O.C. Affari Legali, fino al suo arresto, eseguito dai Carabinieri del Nucleo Investigativo nel 2006, nell’ambito della citata indagine “Lady ASL”.
L’attività investigativa svolta dai Carabinieri di via in Selci negli anni 2005 – 2009, fece emergere, fra l’altro, l’esistenza di un rodato sistema corruttivo che vedeva coinvolti funzionari pubblici delle ASL capitoline, portò all’indebita erogazione di somme di denaro per molti milioni di euro a società fantasma tra cui IMS e MEDICOM, riconducibili alla nota Iannuzzi Anna ed al marito Cappelli Andrea (condannati con sentenza definitiva per associazione per delinquere falso materiale, corruzione, truffa aggravata e frode processuale).
Ai predetti coniugi, già all’epoca furono sequestrati e restituiti al Servizio Sanitario Regionale, quasi 40 milioni di euro indebitamente percepiti e nel 2014, confiscati ulteriori beni per un valore di circa 20 milioni di euro.
Sempre il medesimo contesto investigativo aveva portato inoltre al sequestro dei beni anche nei confronti di altro ex dirigente ASL, Celotto Mario (cl. 1946). Quest’ultimo provvedimento, eseguito sempre dai Carabinieri di via In Selci nel mese di gennaio 2014, riguardava beni per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro, il cui possesso da parte della famiglia Celotto era risultato sproporzionato rispetto al reddito dichiarato.
Il provvedimento è stato adottato su conforme richiesta della Procura della Repubblica di Roma (proc. n. 14/302 m.p. datato 28.11.2014) che, nel valutare la perdurante pericolosità sociale del predetto, ha recepito la proposta di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale avanzata dal Nucleo Investigativo CC di Roma, basata sulla sproporzione tra il patrimonio accumulato dall’Aiello e dal proprio nucleo familiare negli ultimi 28 anni, rispetto al reddito dichiarato al fisco.
La confisca è stata adottata sui beni oggetto del sequestro anticipato ex art. 20 d.lgs. 159/2011, eseguito dai Carabinieri in data 22.01.2015, e colpisce 5 abitazioni con relative pertinenze ubicate a Roma e circa 50 rapporti finanziari accesi presso istituti di credito in diverse regioni italiane, il tutto per un valore complessivo stimato di circa 8 milioni di euro.