Alcuni asili nido privati, attraverso un comunicato stampa congiunto, si sono fatti portavoce della situazione che tutte le strutture educative private stanno vivendo a seguito di alcune necessarie decisioni messe in atto per contenere i contagi da Coronavirus, ed in particolare l’obbligo di chiusura delle scuole e delle attività educative fino al 3 Aprile (salvo nuove disposizioni).
Il gruppo comprende titolari di asili nido, scuole dell’infanzia e tutti quei centri che offrono servizi rivolti
all’infanzia, della REGIONE LAZIO che, con senso di responsabilità e attenzione all’obiettivo primario di
salvaguardare la salute dei piccoli ospiti, stanno osservando scrupolosamente l’obbligo di chiusura.
C’è però preoccupazione per il prolungarsi del periodo di inattività, che causerà problemi economici e
finanziari capaci di mettere in ginocchio un’intera categoria di piccole imprese.
Da una parte, infatti, stanno registrando mancati incassi delle rette da parte delle famiglie a causa
dell’interruzione del servizio, dall’altra devono rispettare l’obbligo effettuare pagamenti in scadenza
(stipendi, affitti, mutui, tasse, ecc).
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SI TRATTA DI CENTINAIA DI STRUTTURE PRIVATE che vanno incontro alle esigenze delle famiglie laddove le
strutture pubbliche sono assenti o non riescono a rispondere a tutte le richieste.
Queste strutture, al termine dell’emergenza, rischiano di non poter riaprire.
Quello che viene chiesto è:
- RIMBORSO della retta di frequenza alle famiglie nel periodo di chiusura della struttura, oppure
- RISARCIMENTO alla struttura per il mancato incasso della retta
- Estensione degli ammortizzatori sociali straordinari per i dipendenti in astensione dal lavoro a
causa della chiusura delle strutture - Proroga del pagamento di tributi, imposte e contributi
- Moratoria sul pagamento dei finanziamenti bancari