Roma, Quartiere Trieste. Gli agenti della Polizia di Stato della Divisione Amministrativa della Questura denunciano titolare di una farmacia per “manovre speculative su merci”.
I fatti
Un nuovo sequestro di migliaia di prodotti per la disinfezione è stato effettuato nella giornata del 16 marzo dagli agenti della Polizia di Stato della Divisione Amministrativa e Sociale, diretta da Angela Cannavale, finalizzati alla verifica del rispetto delle prescrizioni imposte dalle recenti normative connesse all’emergenza “Coronavirus”, nonché al contrasto di possibili speculazioni sulla vendita di prodotti e presidi che in questo periodo sono oggetto di richieste straordinarie.
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Si tratta questa volta di una nota Farmacia nel quartiere Trieste che speculava sul prezzo del gel igienizzante per le mani che aveva aumentato del 500% circa acquistato a 2€ e rivenduto a € 9.99 per un singolo flacone, anche in contrasto con quanto sollecitato dalla stessa FEDERFARMA nel comunicato stampa del 13 u.s.
Il prodotto in questione era esposto per la vendita, in piccola parte nelle vetrine esterne sul piano stradale e la restante parte era detenuta e accatastata nel magazzino. Proprio la cospicua quantità dei prodotti rinvenuti e posti in sequestro hanno evidenziato la condotta dolosa da parte del gestore della grossa e storica farmacia, il quale ha fatto incetta di detto prodotto al fine di renderne difficoltoso il reperimento sul mercato. Il controllo si è reso necessario anche per le numerose segnalazioni giunte alla Questura che denunciavano un ingiustificato ed abnorme incremento dei prezzi proprio di detti dispositivi.
Il titolare della Farmacia è stato denunciato alla Procura presso il Tribunale di Roma per il reato di cui all’art. 501-bis del codice penale che prevede il reato di «manovre speculative su merci», finalizzato a contrastare i rincari ingiustificati di alcuni generi destinati al largo consumo e proteggere gli operatori rispettosi delle esigenze economiche e sociali e i diritti dei consumatori.
Tutto il materiale è stato posto in sequestro, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria a cui è stato anche richiesto – attesa l’attuale emergenza sanitaria ed il fatto che esso è da considerarsi a tutti gli effetti “di prima necessità” – che venga devoluto alla protezione civile o ad altra organizzazione governativa o azienda ospedaliera che ne dovesse necessitare.