E’ passato un anno e non siamo disposti a scendere al di sotto delle già minime garanzie previste dall’Accordo del 5 luglio 2015, firmato dai Sindaci del comprensorio con le Autorità politiche e amministrative locali e regionali.
Il 25 maggio 2015 – a pochi giorni dalle elezioni comunali – il Presidente Zingaretti sorrideva ai fotografi, stringeva le mani, tagliava il nastro e inaugurava l’Ala Nuova dell’Ospedale di Colleferro (la SOIM srl consegnerà i locali se e quando il “dovuto” tante volte preannunciato sarà anche totalmente liquidato). Sull’Ospedale la Regione ha investito 15 milioni di € per farne “un centro di eccellenza per le emergenze”, dichiarava, ma taceva di aver già disposto, concluso il ballottaggio, di lì a pochi giorni, il trasferimento di 4 reparti materno-infantili all’Ospedale di Palestrina.
Con l’apertura dell’Ala Nuova i cittadini avrebbero avuto nuovi servizi tecnici, la morgue, la farmacia, uno spogliatoio di 200 posti. Un reparto di psichiatria, l’inserimento nella rete dell’emergenza sull’ictus e sulle problematiche neurovascolari, con team specializzato, la telemedicina, il potenziamento della Terapia intensiva (4 posti letto), dell’Oculistica, dell’ Otorinolaringoiatria (4 posti letto), della Chirurgia generale (29 posti letto): 800 mq in 4 piani!
L’Ala Nuova non è stata consegnata e quell’Accordo, così male applicato, è stato “rinegoziato” ufficialmente il 3 marzo 2016 con scadenze e verifiche a 30 giorni (mai effettuate), ma le criticità sanitarie, industriali e ambientali del territorio, come area disagiata, si sono aggravate e le prestazioni sanitarie degli ospedali di Colleferro ed Anagni sono assolutamente insoddisfacenti.
Il Comitato Libero “A difesa dell’Ospedale di Colleferro – Coordinamento Territoriale” è contrario ai “tagli lineari e unilaterali” previsti dal Piano Regionale Sanitario e alle mutilazioni operate dalla Riorganizzazione della rete ospedaliera, che non è partita dal riordino delle prestazioni e non ha valutato la sostenibilità e l’impatto delle misure adottate sugli ospedali di Colleferro e Anagni.
Serve un nuovo PATTO per la TUTELA della SALUTE dei CITTADINI che dia certezza al futuro degli Ospedali di Colleferro e di Anagni e garanzia di una un’adeguata assistenza sanitaria ai cittadini.
L’ospedale di Colleferro deve diventare un Dipartimento di emergenza e accettazione (DEA) di primo livello con tutte le unità operative e i reparti che contribuiscono alla gestione delle situazioni, con un Pronto Soccorso “appropriato” e dedicato all’emergenza-urgenza.
Il territorio della valle del Sacco è un sito di interesse nazionale da bonificare (SIN) e il riconoscimento nel 2005 dello stato di emergenza sociale, economica, ambientale e sanitaria deve almeno garantirci il diritto pieno alle cure! Dove sono presenti grandi stabilimenti industriali “ad alto rischio di incidente rilevante”, rispondenti alla c.d. Direttiva Seveso (96/82/CE, 9.12.1996), con oltre 100 mila abitanti, l’ospedale è una necessità, non un optional!
Un richiamo forte ed autorevole ai DOVERI delle AUTORITA’ LOCALI (ai Sindaci, le massime autorità sanitarie del territorio) è contenuto nel recente Rapporto 2013-2015 del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione (DEP) della Regione Lazio sulla SORVEGLIANZA SANITARIA ED EPIDEMIOLOGICA DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE IN PROSSIMITA’ DEL FIUME SACCO. I dati del Rapporto provano il carattere permanente della contaminazione umana e la necessità di monitoraggi adeguati.
Il Rapporto richiamata la responsabilità delle Autorità locali che devono offrire una “assistenza sanitaria adeguata”, assistenza che “si deve accompagnare ad un impegno istituzionale coerente con il risanamento ambientale” (http://www.comune.colleferro.rm.it/pagina132_ambiente.html).
L’ultima manifestazione di interesse, di cui attendiamo fiduciosi di conoscere gli sviluppi, è del 17 giugno 2016: il Presidente della VII Commissione Politiche Sociali e Salute della regione Lazio, Rodolfo Lena, è stato informato che i Servizi sono sottodimensionati, i carichi di lavoro elevati sia per lo svolgimento delle mansioni ordinarie sia per quelle di emergenze soprattutto nelle unità di Chirurgia, Ortopedia e Anestesia.
I sindacati rappresentano che nonostante la disponibilità del personale è sempre è più difficile garantire livelli essenziali di assistenza senza correre il rischio di compromettere la sicurezza di tutti e di contravvenire alla normativa vigente.
Il Presidente Lena ci ha assicurato che “l’Ospedale non si tocca!” e che non “verrà chiuso”, ottimismo che si infrange con il ritardo con il quale dal 2013 il piano di reclutamento di varie figure professionali è stato attuato. Al massimo si potranno coprire le carenze di organico dei tre mesi estivi!
Presidente Lena, il superamento delle criticità dei servizi aziendali con la pubblicazione di un avviso per chiamate a gettone – scadenza 8 luglio 2016 – per dodici mesi e per un impegno medio di 18 ore settimanali, sperando che vi siano risposte da parte dei medici, non garantisce la continuità sanitaria per le attività di Chirurgia, Ortopedia e Anestesia, ambulatoriali e assistenziali. La politica deve fare di più. Deve fare quello che ha promesso per tutelare la salute pubblica. La situazione richiede ben altre misure e questa è insufficiente e tardiva.
Comitato Libero “A difesa dell’Ospedale di Colleferro – Coordinamento Territoriale”