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Coronavirus. Roma Sud, attivati interventi di aiuto e sostegno per famiglie con disabili da Nuova Sair

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Il presidio di via Dionisio gestito dalla Nuova Sair a Roma, in questo momento di sospensione delle attività, continua ad essere vicino ai ragazzi disabili e alle loro famiglie con un servizio di consulenza e di sostegno “a distanza”. Per il servizio diurno, è stato attivato un numero telefonico accessibile quotidianamente a tutti i familiari: alle chiamate rispondono psicologi e terapisti e possono essere attivati interventi di tutoraggio da remoto.

COVID 19; NUOVA SAIR: AL PRESIDIO DI VIA DIONISIO  A ROMA SUD. ATTIVATI INTERVENTI DI AIUTO E SOSTEGNO PER FAMIGLIE CON DISABILI

Per i bambini più piccoli seguiti in ambulatorio, i trattamenti riabilitativi proseguono secondo modalità diverse e innovative. Grazie alla disponibilità degli operatori, dal 19 marzo ad oggi, sono stati presi in carico ben 110 pazienti tra i 2 e i 14 anni. Dal 1 aprile se ne aggiungeranno altri 50.

Viene così garantita un’assistenza costante grazie alle piattaforme online (Zoom o altre piattaforme) e, in base all’esigenza dei genitori, anche da cellulare e Whatsapp. A disposizione terapisti della neuropsicomotricità, logopedisti, terapisti occupazionali, assistente sociale, neuropsichiatra e psicologi.

“La situazione attuale – spiega ARMANDO CANCELLI, Direttore Sanitario del Presidio di riabilitazione di via Dionisio – ci ha spinto a riorganizzarci, per poter garantire comunque la continuità assistenziale. Per rendere tutto questo possibile, nonostante la distanza necessaria a garantire la sicurezza di tutti, abbiamo dovuto immaginare un nuovo modo di essere presenti con le nostre famiglie, riadattando il nostro modello integrato e olistico alle mutate esigenze.  La condizione che viviamo, infatti, spinge a riflettere sulle nuove dinamiche familiari, che implicano una presenza diversa del genitore nel contesto domestico, chiamato a ridefinire il proprio ruolo: questa può divenire un’occasione per acquisire nuove competenze, attraverso un percorso di acquisizione di consapevolezza, delle proprie risorse e delle proprie difficoltà”.

A disposizione medici, psicologi, assistente sociale, terapisti della neuropsicomotricità, logopedisti, terapisti occupazionali

“L’equipe riabilitativa – aggiunge CANCELLI –  consapevole dell’importanza di assicurare la continuità assistenziale dei pazienti in carico, si è messa a disposizione per proseguire il lavoro “da remoto”, assicurando interventi di supporto alle famiglie attraverso counseling telefonici programmati e un numero dedicato a cui potersi rivolgere”.

“Questo – prosegue – ha reso necessario rivedere il nostro metodo, che già prevedeva una presenza significativa del genitore nel setting terapeutico, e che viene ora adattato al contesto domestico di ciascuna famiglia, favorendo una sempre maggiore personalizzazione. Ciò aiuta il genitore a scoprire e sperimentare la propria creatività, a proporre idee e possibilità di intervento, attraverso un processo di ideazione condiviso, favorito dalla circolarità comunicativa tra genitori e operatori”.

“Già nel corso della settimana appena trascorsa – specifica CANCELLI – sono state numerose le famiglie contattate e i colloqui effettuati: è stato possibile così fornire indicazioni sulle modalità di gestione del proprio bambino e sulla pianificazione della giornata; fornire indicazioni sulla gestione delle criticità comportamentali; suggerire attività abilitative che favoriscano il mantenimento degli obiettivi raggiunti.  Tutto ciò permette di mantenere la relazione con i bambini e le loro famiglie, che hanno risposto con entusiasmo e fiducia a tale proposta, nata nel contesto dell’emergenza, ma che può fornire nuovi stimoli operativi a ciascuno”.

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“La collaborazione – conclude CANCELLI –  costruita nel tempo, infatti, ha permesso una risposta altrettanto accogliente in tutte le famiglie contattate ed ha attivato un circolo virtuoso di scambio e partecipazione. Lo strumento della video-chiamata ci rende più uniti e prossimi, dando in qualche modo accesso ai reciproci contesti di vita e quindi riducendo la barriera legata ai reciproci ruoli e alle aspettative”.