Di seguito, una accorata lettera dell’ex Sindaco di Colleferro, Silvano Moffa, atta a fronteggiare al meglio l’emergenza che noi tutti stiamo vivendo:
Lettera aperta al Sindaco di Colleferro Caro Sindaco,
l’emergenza che stiamo vivendo richiama tutti noi al senso di responsabilità e alla solidarietà. Ho molto apprezzato, dopo l’appello del Presidente della Repubblica, l’iniziativa di aprire, anche nel nostro Comune, un colloquio costante con le forze di opposizione. Raccogliere idee e proposte per far fronte alla crisi che stanno vivendo famiglie e imprese del territorio è atto foriero, certamente, di buone prassi amministrative e di quella indispensabile collaborazione, che non può mancare da parte di ognuno.
In queste giornate drammatiche, scandite da sofferenze, decessi e sacrifici pesanti, il nostro pensiero va al coraggio e alla dedizione dei nostri medici, infermieri, di tutto il personale sanitario impegnato in Ospedale, e a tutti coloro – dai commessi dei supermercati ai trasportatori, dalle forze dell’ordine agli impiegati nei pubblici uffici, agli operatori ecologici – che continuano ad operare per garantire a noi tutti servizi e beni di prima necessità.
Il pensiero va ai malati che stanno combattendo contro questo virus maledetto e, soprattutto, a quei connazionali (tantissimi, purtroppo) che ci hanno lasciato, e ai loro cari che non hanno potuto neppure salutarli e accarezzarli per un’ultima volta. Il Covid-19 sta terribilmente scavando fossati, finanche, nella Pietas di una umanità dolente e impaurita. Un dolore immenso, indicibile, che segnerà per sempre la nostra storia e le nostre vite.
So, avendo scambiato con Te alcune idee nei giorni scorsi, che non stai lesinando impegno e sforzi per far fronte all’emergenza. Te ne siamo tutti grati. Le differenze politiche non possono, non debbono, far velo all’impegno comune a favore della nostra amata Comunità.
Consentimi, allora, di offrire anch’io un piccolo contributo, da semplice cittadino
Molte famiglie del nostro territorio si trovano in gravi difficoltà. Sono certo che Tu ne abbia piena contezza. Parlo dei più poveri. Ma anche di quella fascia di nuove povertà, indotte dalla mancanza di sostegno economico adeguato per far fronte alle minime necessità. Sono famiglie cui il fermo imposto al lavoro ha complicato maledettamente la vita. Converrai con me che l’elenco è più vasto di quello contemplato nell’anagrafe dell’Isee.
Non credi che, scavando tra le pieghe del bilancio, si possano stornare somme da destinare ad un Fondo speciale per l’emergenza alimentare e sanitaria? Il Comune, per il tramite dei Servizi sociali, potrebbe individuare, ripeto, senza il vincolo Isee che fissa un tetto massimo per offrire sussistenza ai meno abbienti, parametri certi per l’erogazione, oppure chiedere a chi ne usufruirà debita autocertificazione, suscettibile, come ovvio, di successiva verifica, al fine di offrire un aiuto concreto a chi ne abbia più bisogno.
Questo, a prescindere dai fondi stanziati dal governo per i Comuni che mi paiono ancora molto modesti
Infine, ancora una proposta. L’Ospedale, come sappiamo, è stato sguarnito di reparti importanti. Non intendo polemizzare. Ma se ora, a quanto pare, il nosocomio di Palestrina è stato destinato a presidio per i malati di Coronavirus, perché non recuperare alla nostra struttura ospedaliera i reparti di ginecologia, ostetricia e maternità? Per limitarmi soltanto ad alcuni. Trasferirli, invece, come sembra, da Palestrina a Tivoli, dopo averli sottratti a Colleferro, mi sembra un atto ingeneroso e offensivo nei confronti della nostra Città.
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Mi fermo qui, caro Sindaco. Sono certo che vorrai accogliere questo modesto contributo dettato, unicamente, dall’amore per la nostra gente. Un cordiale saluto, unito all’augurio di buon lavoro.
Silvano Moffa