Attualità

No ai pesci d’aprile sul coronavirus: appello del Ministero della Salute tedesco a evitare fake news e non scherzare su un problema così drammatico

Condividi su Facebook Condividi su Whatsapp Condividi su Telegram Condividi su Twitter Condividi su Email Condividi su Linkedin
ciociaria bollettino coronavirus oggi 11 gennaio 2022

No ai pesci d’aprile sul coronavirus. L’appello del ministero della Salute tedesco che invita a non scherzare su un problema così drammatico e a non diffondere pericolose fake news.

Oggi niente scherzi

È arrivato il 1° aprile e dovrebbe essere giunto anche tempo di “pesci d’aprile”. Ma a differenza degli altri anni, oggi viviamo un momento così tragico a causa del “coronavirus” che qualsiasi notizia falsa sul tema, anche solo per scherzo, potrebbe causare pericolosi effetti e diffondersi attraverso i media ed i social determinando ulteriori paure o fallaci aspettative.

A questo ha pensato anche il ministero della Sanità tedesca che ha invitato espressamente la cittadinanza a evitare di creare e diffondere “pesci d’aprile” sul tema coronavirus per non far circolare fake news pericolose su un tema così delicato per la salute di tutti. «Storie inventate e scherzi d’aprile sul tema coronavirus possono portare insicurezza ed essere usati per diffondere informazioni false».

Ed è addirittura un messaggio postato sull’account Twitter ufficiale del ministero teutonico a farci riflettere. «Per favore non scherzate sul tema coronavirus e aiutateci a evitarne la diffusione». Vi è da dire, per la verità, che già da un po’ il ministro della Salute Jens Spahn è apertamente impegnato nella battaglia contro le fake news sul tema Covid-19 e sulle teorie del complotto che spesso le accompagnano.

LEGGI ANCHE – Coronavirus, la situazione nelle varie ASL e aziende ospedaliere del Lazio

Un’iniziativa, questa twittata in data di oggi, che non potremmo definire più seria, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che si augura che ne sia colto il senso per ingenerare analogo spirito di responsabilità da parte di tutta la cittadinanza, non solo per il primo aprile, ma anche per tutta la durata dell’emergenza.