Il “Comitato libero a difesa dell’Ospedale di Colleferro”, rappresentati da Ina Camilli e Gabriella Collacchi, ha inviato una lettera al Ministro Speranza ed ai vertici della sanità regionale, dove si richiede la disponibilità per creare un polo ospedaliero Colleferro-Palestrina, nella zona Casilina, e Tivoli-Monterotondo in quella della zona Tiburtina.
Ecco la lettera
Premesso che la Costituzione italiana all’articolo 32 dispone che “La Repubblica tutela la salute come
fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.”
Considerato che la riforma di tipo regionalistico del Titolo V della Costituzione italiana nel 2011 ha
modificato le attribuzioni dello Stato in materia di Sanità in favore delle Regioni e che la ripartizione delle
loro competenze legislative è disciplinata dall’articolo 117 della Costituzione.
Ricordato che il comma 2 del suddetto articolo 117 elenca le materie nelle quali lo Stato ha legislazione
esclusiva a legiferare e che per quanto attiene alla materia sanitaria la lettera m) riserva allo Stato “la
determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere
garantiti su tutto il territorio nazionale”.
Evidenziato che il comma 3 del suddetto articolo 117 elenca invece le materie di “legislazione
concorrente” per le quali spetta allo Stato la determinazione dei “principi fondamentali”, mediante una legge
cornice o una legge quadro, e alle Regioni la normativa di dettaglio.
Sottolineato che in tale ambito rientra la tutela della salute e che nella normativa di dettaglio, di
competenza regionale, possono farsi rientrare senz’altro le norme organizzative.
Richiamato il comma 4 del suddetto articolo 117, il quale stabilisce il principio della competenza
legislativa “residuale” delle Regioni, nel senso che queste ultime hanno competenza legislativa in ogni
materia non riservata espressamente alla competenza dello Stato.
Il Comitato, preso atto che la salute è diritto di tutti, tutelato dalla Costituzione italiana e che il Servizio
sanitario nazionale (SSN) ha lo scopo di garantire ai cittadini, in condizioni di uguaglianza, l’accesso
universale all’erogazione equa delle prestazioni sanitarie, in attuazione dell’articolo 32 della Costituzione,
la stessa prevede che la responsabilità della tutela della salute sia ripartita tra lo Stato e le Regioni (Titolo V,
art.117, comma 2, lett. m).
Lo Stato ha il compito di determinare e garantire i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), che devono
essere applicati su tutto il territorio nazionale e di vigilare sulla loro effettiva erogazione.
Le Regioni programmano e gestiscono in piena autonomia la sanità nell’ambito territoriale di loro
competenza, avvalendosi delle aziende sanitarie locali (ASL) e delle aziende ospedaliere.
Le Asl sono enti autonomi guidati da un direttore generale, un direttore sanitario e un direttore
amministrativo, direttamente responsabili del buon funzionamento dei servizi.
Tutto ciò premesso, il Comitato, a seguito della precedente nota inviatavi il 29 marzo c.a. (qui allegata),
avente ad oggetto la richiesta di trasferimento e riassegnazione dei reparti materno-infantili dall’Ospedale
Coniugi Bernardini di Palestrina all’Ospedale L. P. Delfino di Colleferro, ripristinando la situazione ante
luglio 2015, rappresenta quanto segue:
La ASL RM5 della Regione Lazio con i suoi ultimi atti aziendali ha stabilito che in essa vi siano due Poli
ospedalieri: il primo Tivoli-Monterotondo e il secondo Colleferro-Palestrina;
Alla luce di quanto disposto e attivato nel Polo ospedaliero Colleferro-Palestrina sono presenti tutte le
attività sanitarie di competenza, come nel secondo Polo Tivoli-Monterotondo;
Preso atto che in questi giorni l’Ospedale di Palestrina è stato riconvertito e dedicato esclusivamente alla
cura di pazienti Covid 19 per il Lazio;
Secondo quanto previsto nelle disposizioni dell’Atto aziendale tutte le branche, specialmente quelle
chirurgiche, dall’Ospedale dei Coniugi Bernardini devono essere accorpate nel Polo Ospedaliero di
Colleferro, a cui ora affluiscono i pazienti dell’intero comprensorio;
La soluzione ottimale è quella di consentire al personale Medico e sanitario di continuare a svolgere
l’attività nel Presidio di Colleferro, nel rispetto delle competenze dei due Poli ospedalieri, come istituiti dagli
atti amministrativi della ASL RM5 e approvati dalla Regione Lazio;
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L’accorpamento di tutte le attività presso l’Ospedale L. P. Delfino di Colleferro consentirebbe alla
popolazione della valle del Sacco – un bacino di circa 130 mila abitanti in un territorio SIN, sito di interesse
nazionale da bonificare, caratterizzato dalla presenza di numerose aziende sottoposte alla direttiva Seveso –
di avere in loco la possibilità di soddisfare tutte le necessità sanitarie, senza dover intasare altri ospedali
distanti anche 70 km e di dover viaggiare da un luogo all’altro con il rischio di contagio da coronavirus;
L’Ospedale L. P. Delfino di Colleferro è in condizioni strutturali ottime per tutte le branche sanitarie, in
quanto i recenti lavori – conclusi nel 2015 – di ristrutturazione e riqualificazione hanno creato ampi spazi,
con tutti i servizi necessari, come camere operatorie, necessitando ovviamente della dotazione di medici
anestesisti e di rianimazione;
L’Ospedale L. P. Delfino di Colleferro garantisce assistenza alla popolazione di oltre 15 Comuni dell’area
Metropolitana Sud di Roma e dell’area Nord del frusinate. Colleferro ha una uscita autostradale, la stazione
ferroviaria e importanti vie di collegamento provinciali. Nelle immediate vicinanze, ci sono numerosi Istituti
scolastici, grandi centri commerciali, Poli industriali, anche di livello internazionale AVIO, ESA,
ITALCEMENTI, SIMMEL DIFESA e prossimamente AMAZON e LEROY MERLIN.
È di questi giorni la notizia della donazione, da parte di AVIO, per far fronte all’emergenza Covid 19, di
€ 250.000,00, tramite la Protezione Civile, da destinare all’Ospedale L. P. Delfino di Colleferro, per
acquistare materiali e attrezzature di cui ha bisogno;
In conclusione, con quanto propone il Comitato, ovvero il rispetto degli atti amministrativi di gestione
dei due Poli, la ASL RM5, pur mantenendoli invariati, assicurerebbe gestioni ottimali per il Covid 19
all’ospedale di Palestrina e per tutte le altre branche, soprattutto chirurgiche, a quello di Colleferro.
Se venisse presa in considerazione tale ipotesi, contemplata negli atti amministrativi vigenti, l’utenza
avrebbe a Colleferro un Ospedale per tutte le necessità e non sarebbe costretta ad andare in cerca di studi,
ambulatori, ospedali privati, con notevole danno economico per le famiglie e si migliorerebbe notevolmente
la vita dei pazienti ancora più dura in questo triste periodo di emergenza – non breve, purtroppo – dovuto al
Coronavirus.
Il Comitato valutato che:
- L’articolo 117 della Costituzione riserva allo Stato i compiti in materia di profilassi internazionale;
- L’articolo 120 della Costituzione consente già al Governo di sostituirsi alle Regioni in casi di pericoli
grave per l’incolumità; - La legge n. 833 del 1978 assegna al Ministro della Salute il compito di intervenire in caso di epidemie
(Sabino Cassese);
Chiede
- Al Ministro della Salute di intervenire per garantire il rispetto dei LEA nel distretto sanitario della
ASL RM5; - Alla Regione Lazio e alla ASL RM5 di rispettare l’Atto aziendale che ha istituto il Polo ospedaliero
Colleferro-Palestrina; - Al Sindaco di Colleferro di rappresentare in tutte le sedi le istanze della cittadinanza.
Confidando nella Vostra attenzione attendiamo risposte concrete per il territorio.
Cordiali saluti.