In questi tempi di incertezza e preoccupazione, l’Album di Roma più che mai si presta, con le sue immagini del passato, ad accompagnarci in un dolce e curioso viaggio nel Novecento, sempre più lontano da noi, eppure così vicino nei ricordi familiari. Una raccolta aperta e interattiva per soddisfare il nostro bisogno di riscoprire “com’eravamo”, come singoli e come comunità: www.albumdiroma.it
L’iniziativa
“L’Album di Roma. Fotografie private del Novecento” è un progetto on-line nato dalla collaborazione tra Biblioteche di Roma, Comune e Archivio Capitolino. Il portale raccoglie moltissime fotografie, provenienti da privati, ma anche da enti e istituzioni, che ricostruiscono, come un puzzle, la Roma del Novecento: un volto a tratti inedito della città, dei suoi territori, delle sue micro comunità radicate nei quartieri.
L’Album ospita anche una sezione dal titolo “Microstorie” dove le immagini sono accompagnate da brevi storie di chi vi è ritratto, racconti di ricordi personali che diventano patrimonio di una storia collettiva.
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Chi voglia uscire per un po’ dal clima plumbeo che ci attanaglia, può tuffarsi con noi in questa dimensione di memoria condivisa, contribuendo a incrementare l’archivio fotografico con i suoi scatti familiari del Novecento. Cerchiamo immagini che rappresentino la vita quotidiana, persone e gruppi ripresi all’interno del paesaggio urbano di Roma, eventi pubblici e storici.
Le scansioni (400 dpi di risoluzione) delle foto possono essere inviate utilizzando WeTransfer all’indirizzo email: [email protected]
Le biblioteche di Roma Capitale, con l’aiuto dei Municipi, diverranno centro di raccolta e catalogazione delle immagini tramite il formato standard scheda F dell’ICCD.
Risponderemo a tutti indicando le foto selezionate e fornendo le istruzioni necessarie per compilare i moduli disponibili sul sito: una liberatoria e la scheda informazioni che serve per contestualizzare la fotografia e permetterne un’accurata catalogazione.
In questo periodo così complesso e durissimo per tutta la popolazione vorremmo offrire un servizio culturale in linea con la nostra mission. Siamo chiusi, come tutti gli spazi culturali, ma stiamo provando ad attivare tutte le modalità che, da remoto, ci consentano di essere vicini ai cittadini coinvolgendoli in progetti che diventino momenti di partecipazione.