Sono molti i brand sportivi che da anni tutti noi usiamo e conosciamo. Ma vi siete mai chiesti quale fosse il significato e la motivazione dei nomi delle celebri marche sportive, quali ad esempio Nike, Asics, Puma o Adidas? Adesso lo scopriremo insieme.
Brand sportivi, il significato dei nomi di Nike, Asics, Adidas e Puma
Partiamo da un errore comune, almeno in Italia, dovuto alla pronuncia di Nike. Il marchio viene spesso pronunciato “Naik” anziché “Nàiki”. Altra curiosità storica che pochi conoscono: il brand nacque grazie… ad Asics.
Asics e Nike… una storia connessa
Philip Night, studente di economia, nel 1962 fece un’analisi di mercato scoprendo un boom di importazioni dal Giappone. I prodotti riguardano soprattutto dispositivi tecnologici e scarpe per fare atletica. All’epoca, andavano per la maggiore le Onitsuka Tiger (Asics Corporation dal 1977). Ed è proprio questo il nome di battesimo dell’Asics, nel 1949, derivante dal suo fondatore: Kihachiro Onitsuka. Il marchio ottenne un successo planetario grazie alla delegazione giapponese, che le usò per sfilare durante la Parata olimpica delle nazioni del 1968 (sebbene fossero state create due anni prima). Tutto ciò fece a venire a Philip Night l’idea di sfruttare al massimo il momento e buttarsi letteralmente in questo segmento di mercato dedicato all’abbigliamento sportivo. Ne parlò al suo allenatore, Bill Bowerman, e insieme fondarono la Blue Ribbon Sport, con l’intento iniziale di importare dal Giappone le Onitsuka Tiger.
Il 30 maggio 1971, praticamente quasi 50 anni fa, Bowerman e Night fondarono la Nike e iniziarono così a creare modelli propri. La Dea Nike è la Dea della vittoria e nella mitologia è raffigurata con le ali. Da qui l’idea del nome e del logo. L’affiliazione poi con atleti importanti e la successiva creazione di modelli sempre più innovativi e originali ne decretò il successo mondiale. L’apice viene raggiunto nella seconda metà degli anni ’80, grazie alla collaborazione con Michael Jordan e la nascita delle famose Air Jordan. Nel 2003 acquisisce anche la Converse, diventando così il punto di riferimento del settore. Il famoso logo della Nike venne realizzato per soli… 35 dollari. Il famoso Swoosh, infatti, venne pagato da Night al creatore, Carolyn Davidson a ore. Ci vollero circa 17 ore di tempo per partorirlo. Passati undici anni dal 1972 e visto il successo incredibile ottenuto, Night si sdebitò con Davidson regalandogli un anello d’oro proprio con il simbolo dello Swoosh e un pacchetto contenente le azioni societarie dell’azienda.
Onitsuka Tiger e il cinema
Tornando ad Asics, invece, il nome non è altro che un acronimo di Anima Sana in Corpore Sano, variante della frase Mens Sana in Corpore Sano. Proprio per via dell’origine del marchio (in precedenza Onitsuka Tiger), le strisce laterali hanno preso ispirazione da quelle della tigre. Il brand ha prodotto e tuttora produce calzature da corsa, ma anche per la pallavolo, basket, calcio, tennis, arti marziali, cricket, golf, wrestling e atletica leggera. Tuttavia, dopo il boom degli scorsi anni, adesso il marchio è considerato abbastanza di nicchia, soprattutto in Europa. A riportalo in auge sono stati due personaggi ben noti del cinema americano e che hanno non poche connessioni con l’Oriente.
Il primo a far tornare di moda il marchio fu Bruce Lee con il film L’ultimo combattimento di Chen (Game of death) nel 1978. Celebre il duello tra l’attore e maestro di arti marziali con il cestista Kareem Abdul Jabbar. Tuta gialla a strisce nere e scarpe identiche brandizzate Asics Onitsuka Tiger. E poi fu Quentin Tarantino a far indossare lo stesso abbigliamento a Uma Thurman nel suo Kill Bill Vol. 1 (2003).
Adidas e Puma: una storia ancor più interconnessa
Veniamo ora al brand Adidas: uno dei più famosi sul pianeta. Vi siete mai chiesti cosa significasse il nome? Semplice: altri non è che una crasi del nome e del cognome del fondatore. Adidas è infatti l’unione di ADI DASsler. Lui (Adolf, detto Adi) e il fratello Rudolf (detto Rudi) fondarono in Germania una fabbrica di scarpe sportive, che riuscì a resistere anche alle intemperie della guerra. Dopo la guerra il fratello Rudi prese però un’altra strada e fondò un altro marchio d’abbigliamento: la Ruda. Fu dopo la sua morte che il figlio cambio il nome in Puma, rendendola celebre in tutto il mondo. La scelta del nome fu dettata dalla velocità e dall’eleganza a cui rimanda l’animale. Le tre linee parallele del logo Adidas rappresentano l’ideologia base e trasmettono un’idea di benessere. Le strisce simboleggiano una montagna da scalare e gli obiettivi e le sfide che ci attendono nella vita di tutti i giorni e nelle competizioni sportive.
Anche qui il successo arrivò grazie alla visibilità degli atleti. Infatti l’azienda gestita dai due fratelli prima delle guerre fornì le scarpe a Jesse Owens, oro olimpico. Adolf e Rudi erano tuttavia iscritti al partito nazionalsocialista (i cui vestiti erano realizzati da Hugo Boss) e questa sponsorizzazione creò non poche polemiche all’epoca. Dopo la guerra, le principali squadre della Bundesliga erano brandizzate Puma, mentre Adidas divenne famosa in tutto il globo soltanto dopo la vittoria nel Mondiale di calcio della Germania, che in quella partita nota come “il miracolo di Berna” riuscì a battere la favorita Ungheria. Nel 1973, il figlio di Adolf, Horst Dassler, fondò un’altra azienda, specializzata nel settore del nuoto: l’Arena.
Insomma, la storia dei più celebri sport al mondo non può che essere interconnessa con quella della nascita dei più famosi brand sportivi, che hanno contribuire a creare abbigliamento e calzature adatte affinché gli atleti riuscirono e riescono ancora a compiere vere e proprie imprese sportive.