I poliziotti implicati e condannati per i pestaggi nelle scuole di Genova nel 2001 durante il Vertice del G8, tenuti a risarcire i danni causati alle parti civili e anticipati dal Ministero della Giustizia, potrebbero non versare un euro.
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Infatti, hanno impugnato tutte le cartelle di pagamento ed i giudici danno loro ragione, poiché rilevano un grave errore di quantificazione del debito commesso da Equitalia giustizia, la società che per legge dovrebbe provvedere al recupero delle spese sostenute dallo Stato.
In più, con un ulteriore errore, Equitalia Giustizia ha notificato le cartelle anche al Ministero dell’Interno, che ha di nuovo pagato i debiti dei condannati e non riuscirà ad ottenerne la restituzione. Insomma una doppia beffa a danno dello Stato.
Lo Stato ha anticipato le spese alle parti civili, poi le ha pagate nuovamente, senza riuscire a recuperare nulla dai veri responsabili, i condannati per reati gravissimi. Ora si attende che il Ministro della Giustizia intervenga e metta ordine in questa vicenda.
Nell’articolo uscito lo scorso 26 maggio sul Fatto Quotidiano, l’avvocato Francesco Cento – ai tempi capo dell’Ufficio Legale di Equitalia Giustizia – ha spiegato che “La legge 69/2009 ha riformulato l’articolo 535 del codice di procedura penale, che da allora stabilisce che la somma deve essere richiesta ‘pro quota’”. Ad esempio, se la cifra pretesa era di 300 mila euro e c’erano 10 condannati, Equitalia avrebbe dovuto chiedere 30 mila euro a testa e non l’intera cifra ad ognuno degli imputati. “A marzo 2019 – ha continuato Cento – c’erano state 41 impugnazioni per un totale di 1.034.902,67 euro. Finora sono arrivati 25 provvedimenti: un solo ricorso rigettato, in 6 casi le cartelle sono state annullate, in 11 sono state sospese e in 7 casi è stata dichiarata cessata materia del contendere perché a pagare era stato il Ministero”.