Procedura di riesame dell’autorizzazione integrata ambientale (Aia) sugli impianti di trattamento meccanico biologico dei rifiuti di proprietà dell’Ama, sulla Salaria e a Rocca Cencia e al tempo stesso un tavolo di lavoro comune fra Regione e Comune di Roma per trovare una soluzione.
“Questa è una vera situazione di emergenza. E va affrontata senza scaricare le responsabilità”, ha dichiarato l’assessore regionale all’Ambiente Mauro Buschini dopo aver ascoltato i cittadini intervenuti all’audizione sull’impianto di via Salaria che si è tenuta oggi in commissione ambiente del Consiglio regionale. Chiusura subito, aria irrespirabile, sospetta presenza di acido solfidrico nell’aria, 40 mila residenti a rischio. Questo il quadro rappresentato da comitati e politici locali.
Prima di Buschini i dirigenti regionali avevano spiegato che è stata già avviata una procedura di riesame delle autorizzazioni che potrebbe portare a modificare la natura stessa dell’impianto, con nuove prescrizioni e nuove quantità di rifiuti autorizzati.
Ma oltre alla procedura “tecnica” di verifica dell’impianto, Buschini ha illustrato la strada più politica che intende percorrere: “Intanto scriverò subito all’Arpa per far installare una centralina di rilevazione delle emissioni. Ovviamente, le decisioni sulle ubicazioni degli impianti non sono della Regione, ma del Comune di Roma. Ma domani incontrerò l’assessore capitolino e gli chiederò di aprire un tavolo in cui i nostri enti possano collaborare per superare questa situazione”.
L’audizione era stata chiesta da Luca Malcotti (Cuoritaliani) che ha ricordato “le promesse dell’ex sindaco Marino, che aveva garantito la chiusura dell’impianto di via Salaria alla fine del 2015, quando l’Ama stava già chiedendo al proroga di cinque anni per l’autorizzazione di esercizio”. Fabio De Lillo (Cuoritaliani) ha sottolineato la necessità di localizzare “questo tipo di impianti fuori dal Comune di Roma, in siti militari dismessi, lontano dalle case”. Marta Bonafoni (Si-Sel) e Cristiana Avenali hanno invece puntato sull’esigenza di aumentare la differenziata proseguendo nel percorso intrapreso dall’amministrazione regionale.Enrico Panunzi, presidente della commissione, infine, “l’esigenza fondamentale è la tutela della salute dei cittadini. Dobbiamo verificare subito le emissioni dell’impianto nell’ambiente”.
Poco prima la commissione aveva affrontato il tema di un altro impianto, questa volta per il trattamento dei rifiuti inerti, a Poggio Nativo, in provincia di Rieti, in una zona di produzione dell’olio dop della Sabina. I tecnici regionali hanno illustrato la situazione, dopo un pronunciamento del Tar servirà la valutazione di impatto ambientale. Ma al momento la società che aveva richiesto l’autorizzazione al Comune non ha ancora avanzato la richiesta.