La tartaruga azzannatrice (detta anche Chelydra serpentina) è una chelidride originaria del Nord America, ma diffuso anche in altre zone geografiche del pianeta. Un esemplare è stato rinvenuto ieri a Monterotondo, vicino le rive del fiume Tevere.
Tartaruga azzannatrice a Monterotondo: il ritrovamento
l Carabinieri del Raggruppamento CITES hanno recuperato l’esemplare lungo le rive del fiume Tevere nella zona di Monterotondo. La testuggine, viva e in buone condizioni, è stata in seguito affidata a un centro autorizzato alla detenzione di animali pericolosi dal Ministero dell’Ambiente. A oggi, sono una decina gli avvistamenti di questa specie molto particolare e curiosa e soprattutto così rara in Italia.
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Il peso della tartaruga azzannatrice può variare passando dai 4,5 ai 6 kg. Addirittura, alcuni esemplari allevati in cattività possono arrivare a superare perfino i 30 kg di peso. Corpo robusto, carapace incrostato e coda più lunga rispetto alle altre razze: queste le principali caratteristiche di un animale a dir poco fuori dal comune per le nostre zone. Infatti, la sua origine è il Nord America.
Perché si chiama tartaruga azzannatrice?
Il suo nome deriva dall’inusuale velocità con la quale si difende e attacca le sue prede. Di norma, le testuggini sono animali considerati lenti, quasi apatici. Quando quest’ultima attacca, risulta essere letale e in grado di cogliere di sorpresa chiunque la sottovaluti. Il suo sguardo incute non poco terrore. Movimenti che ricordano uno scorpione o più propriamente un serpente. Quando si trova fuori da quello che è il suo habitat naturale, risulta essere ancora più pericoloso poiché maggiormente sulla difensiva. Infatti, la Chelydra serpentina vive soprattutto in acqua.
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Negli ultimi anni in Italia sono stati circa 10 gli avvistamenti di questo animale. Date le dimensioni e il peso abbondante dei ritrovamenti, si presume che fossero nel nostro Paese cresciuti in cattività. Facile presumere siano riusciti a scappare o addirittura abbandonati dai precedenti proprietari.
Possibile che questa sia una delle ipotesi che hanno portato al ritrovamento dell’ultima tartaruga azzannatrice a Monterotondo, nei pressi del fiume Tevere e più precisamente sulle zone della riva. Motivo per il quale è stato anche più facile avvistarla e catturarla.
Foto di repertorio