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Recensione di Amon, mio nonno mi avrebbe ucciso: la storia della nipote del macellaio di Plaszow

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Recensione di Amon

 

E’ difficile recensire un libro della portata emotiva del calibro di Amon, mio nonno mi avrebbe ucciso. Il libro narra la storia della nipote del macellaio di Plaszow: il personaggio reso celebre da Raplh Fiennes in Shindlers’ list.

L’autrice Jennifer Teege, coadiuvata dalla giornalista Nikola Sellmair, racconta il nazismo da un punto di vista poco esplorato nei settanta anni di studi sull’Olocausto. Non si tratta di un libro sulla seconda guerra mondiale, né di storia né di psicologia: non indaga sulle motivazioni dei carnefici e non studia la psicologia delle vittime. A ben guardare, non è neanche un libro sul nazismo. E’ una storia familiare.

La trama (no spoiler) – E’ la vicenda di una donna di 38 anni, un’emancipata pubblicitaria tedesca dalla pelle scura ereditata dal padre biologico nigeriano, che vive circondata dall’affetto di marito, figli, genitori e fratelli adottivi, e che ha alle spalle anni di studi al Goethe Institut di Tel Aviv. Una donna che un giorno, per caso, scopre di essere nipote di un sadico torturatore nazista: Amon Goth, il “macellaio di Plaszow”, per la precisione. Ovvero il terribile ufficiale interpretato da Ralph Fiennes nel film Schindler’s List, per intenderci. Quello che sparava ai prigionieri come esercizio mattutino dal balcone della sua finestra, per intenderci ancora meglio.

In un attimo, l’orrore. I dubbi. La lacerazione con la sua vita attuale. Il terribile segreto che aveva rovinato la vita a sua madre, quella biologica, che l’aveva abbandonata in un orfanotrofio e poi data in adozione all’età di 7 anni. Come fare i conti col proprio sangue? Questo l’interrogativo che, da quel momento, pervade la vita di Jennifer. Paura di essere come lui, di avere nel suo dna il gene nazista. Ma esiste un gene nazista? Rabbia nei confronti di sua madre, senso di colpa nell’aver voluto tanto bene a sua nonna nei primi anni di vita: una nonna sempre amorevole nei suoi ricordi di bambina, una nonna che visse con lui nel campo di sterminio e che, fino al giorno prima di suicidarsi, lo aveva giustificato. Suo nonno come avrebbe visto la sua pelle? E le sue migliori amiche, due israeliane che avevano perso la famiglia nella Shoah, l’avrebbero considerata come una traditrice? Una meticcia, amica degli ebrei e nipote di un nazista è un fenomeno da baraccone?

La recensione – Amon, mio nonno mi avrebbe ucciso è un libro intimo, toccante, a tratti scioccante, scritto con la lucidità di uno storiografo, ma con la passione che solo una persona coinvolta dai fatti può trasmettere.

Il dramma di Jennifer è espresso in prima persona dall’autrice, che oscilla tra presente e passato, dividendo il suo libro in aree “tematiche”, in capitoli dedicati ciascuno ai personaggi chiave della sua vita. I fantasmi del passato, dunque. Il nonno Amon, la nonna Irene e ovviamente la madre Monika. Per terminare, però, con le persone della sua vita attuale. La famiglia adottiva e i suoi amici in Israele. Il tutto intervallato da brevi parti più propriamente storiche, in cui la giornalista Nikola Sellmair si limita a fornirci le informazioni necessarie sulla vita dei protagonisti di queste vicende, anche sulla stessa Jennifer.

Ed è così che, a quattro mani, ci raccontano con semplicità argomenti piuttosto complessi: non solo il tabù della cosiddetta “terza generazione”, poco affrontato da parte tedesca, seppur familiare a tante persone, ma anche le normali sensazioni di un figlio adottivo, il senso di inadeguatezza dovuto al rifiuto dei propri genitori naturali. Perché Jennifer, chiunque sia stato il nonno di cui porta i geni, è una donna come tutte le altre che resta semplicemente se stessa. E, per giungere a questo traguardo, la scrittrice ci conduce in un difficile viaggio nel suo passato, perché l’unico modo per chiudere i conti con esso è affrontarlo.

Dalla Germania alla Polonia, passando di nuovo per Israele, con la consapevolezza che ognuno di noi è un essere a sé stante che decide cosa fare della propria vita. Questo è il punto.

Mio nonno mi avrebbe ucciso, questo il tragico sottotitolo di Amon: 300 pagine di un libro che ci pone davanti a quesiti difficili. Se avete apprezzato la recensione, potete ancora trovare nelle librerie e in formato digitale la prima, spettacolare, prova di una scrittrice emergente. La scioccante testimonianza della nipote di Amon Goth: il boia di Shindler’s list è un’opera che rimane dentro.

Il primo libro di Jennifer Teege è edito in Italia da Piemme Voci, Milano, 2015.

Versione cartacea: 14,03 euro

Versione digitale: 9,99 euro