“In merito all’ordinanza emanata dalla Regione Lazio sul campo rom di Castel Romano si precisa che le azioni elencate nel provvedimento regionale sono già in corso da mesi. Si tratta di interventi avviati da tempo e in parte già realizzati da Roma Capitale”. Così in una nota il Campidoglio.
LEGGI ANCHE: Coronavirus, è guerra agli arrivi dal Bangladesh: “Serve massima attenzione, non si possono vanificare mesi di sforzi”
Questa mattina è iniziata l’installazione delle barriere fisse in cemento, tipo new jersey, nei varchi d’accesso al campo per impedire lo sversamento illecito dei rifiuti e i roghi tossici. Contro questi fenomeni è stato istituito anche un presidio fisso di vigilanza da parte della Polizia Locale di Roma Capitale, che allontanerà le persone non autorizzate perché non assegnatarie dei moduli nel campo, e non permetterà l’accesso alle auto private.
A breve ci sarà anche un presidio fisso dell’Esercito italiano, con i militari dell’operazione Strade Nuove. È una delle novità emersa ieri durante il Comitato ordine e sicurezza pubblica: la Sindaca di Roma Virginia Raggi aveva chiesto che fosse inserita all’ordine del giorno del Cosp anche la questione di Castel Romano.
Da tempo sono state avviate attività per superare e chiudere il campo. L’Amministrazione capitolina, infatti, ha già stanziato 480mila euro per bonificare l’area e rimuovere i rifiuti. Roma Capitale sta lavorando a una pianificazione per lo sgombero totale dell’area e al reinserimento delle persone fragili in strutture adeguate. Operazioni che hanno subito un rallentamento a causa dell’emergenza Covid-19 la cui normativa nazionale prevede un blocco degli sgomberi fino al 1 settembre 2020. Come da cronoprogramma già fissato da Roma Capitale, entro il 10 settembre verrà sgomberato il campo F, attualmente occupato da circa 90 persone. Di seguito si procederà con gli sgomberi fino alla totale liberazione del campo prevista per dicembre 2021.
Le operazioni sopracitate si aggiungono a quelle già svolte in passato. Nel novembre del 2019, ad esempio, era già stato effettuato un ingente intervento di salvaguardia ambientale rimuovendo oltre 120 carcasse di automobili semicarbonizzate e abbandonate nelle immediate vicinanze del campo.
Visto che le criticità igienico-sanitarie sono anche dovute alla mancata manutenzione degli impianti idrico-fognari, Roma Capitale aveva avanzato richiesta, nel 2018, alla Regione Lazio per procedere con gli interventi di manutenzione ma l’amministrazione regionale non ha concesso l’autorizzazione necessaria, in particolare la deroga ai vincoli di riserva. Per evitare danni ambientali e salvaguardare l’area e gli abitanti si è provveduto da due anni allo spurgo quotidiano dei liquami con un servizio giornaliero di svuotamento con un aggravio dei costi per le casse di Roma Capitale quantificabile in circa 1.500 euro al giorno.