Cronaca

Civitavecchia, Privilege Yard s.p.a: arrestati due imprenditori

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Frosinone, spacciatore

In relazione al fallimento, dichiarato nel mese di giugno 2015, della Privilege Yard s.p.a sono stati arrestati due imprenditori operanti nel settore della nautica, Mario La Via, 76 anni, e Antonio Battista, 53 anni. La misura cautelare è stata eseguita dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma.

La Privilege Yard s.p.a si presentava sul mercato come società specializzata nella progettazione e realizzazione di mega yacht di lusso.

I due imprenditori, ora agli arresti domiciliari, sono accusati a vario titolo per i reati di bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale, reati tributari, nonché della violazione di specifica fattispecie contemplata dalla normativa antimafia.

La Guardia di Finanza ha perciò sequestrato l’intero patrimonio immobiliare di tre società romane per un valore complessivo di circa 25 milioni di euro. Tali società intestate a dei prestanome, erano di fatto riconducibili a La Via, dai cui conti correnti bancari sono state sequestrate le somme giacenti per un valore di oltre 500 mila euro.

Posta sotto sequestro anche la villa dell’imprenditore, sita sulla Via Cassia, nella quale proprio recentemente erano stati eseguiti lavori di ristrutturazione per un ammontare di circa 4 milioni di euro.

Nel 2006 Mario La Via ottiene la concessione demaniale per costruire un cantiere navale a Civitavecchia. Fonda così la Privilege Yard s.p.a e successivamente cominciano i lavori per costruire un mega yatch di lusso lungo quasi 130 metri, mai portato a termine. Addirittura nel 2008 il Cardinal Bertone benedì la chiglia.

La complessa attività di indagine ha consentito di accertare una serie di condotte illecite perpetrate dagli amministratori di fatto e di diritto della società, i quali hanno posto in essere atti distrattivi e dissipativi del patrimonio della società in danno dei creditori per oltre 87 milioni di euro.

Il passivo fallimentare della società ammonta ad oltre 180 milioni di euro. È costituito, in maggioranza, dai debiti nei confronti delle banche e dei fornitori con i quali sono stati sottoscritti contratti per la realizzazione di un primo natante di lusso, del valore di mercato di oltre 340 milioni di euro. In proposito la Guardia di Finanza ha dichiarato che il mega yatch sarebbe stato commissionato da soggetti non identificati, attraverso un trust con sede nell’Isola di Man. In tale ambito, sono state delineate ulteriori condotte penalmente rilevanti, concernenti l’omesso versamento di ritenute operate per complessivi  569.624,97 euro.

Tra le condotte gestionali a scopo di illecito arricchimento, in particolare è emerso che:

  • i progetti relativi ai mega yacht, rinvenuti negli uffici della fallita, si sono rivelati privi di valore economico. I costi di progettazione, in pratica, erano stati truccati in partenza. Per questo il costo sostenuto di circa 80 milioni di euro, ottenuti tramite finanziamento bancario, pagato interamente ad una società con sede nelle Isole Vergini, è del tutto fraudolento.
  • costi relativi a consulenze, noleggio autovetture di lusso, locazioni di immobili, spese di rappresentanza, erogazioni ad enti caritatevoli con sede in Paesi esteri, si sono rivelati privi di valide ragioni economiche;
  • sono state poste in essere movimentazioni di ingenti capitali da e verso Paesi a fiscalità privilegiata, soprattutto attraverso la figura di Mario La Via, risultato praticamente sconosciuto al Fisco italiano
  • i principali indagati hanno avuto la disponibilità di fondi e beni mobili/immobili all’estero.
  • malgrado il conclamato stato di dissesto, sono state effettuate delle erogazioni liberali a favore di diversi soggetti, apparentemente non giustificate.

Inoltre, altre condotte illecite in materia fallimentare, riguardano il ricorso al credito, in due specifiche circostanze, dissimulando lo stato d’insolvenza dell’impresa, in occasione della concessione di un finanziamento per euro 100 milioni, da parte di un pool di istituti di credito la cui capofila era la Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio.

Analoga condotta è stata perpetrata anche in relazione ad un’ulteriore richiesta di finanziamento per euro 90 milioni.

Infine, è stata ravvisata la sussistenza di un’attribuzione fittizia di somme ed immobili che Mario La Via ha operato a favore di terzi, al fine di agevolare la commissione, da parte di questi ultimi, dei delitti di ricettazione e riciclaggio di denaro provento, tra l’altro, dei reati oggetto di contestazione.