Una coppia di turisti stranieri a bordo di un auto proveniente dalla Germania, si è avvicinata questa mattina ai Poliziotti Locali del gruppo Sicurezza Pubblica Emergenziale, diretti dal Comandante Stefano Napoli, di presidio al campo stesso, ormai da alcuni giorni posto sotto sequestro dall’autorità giudiziaria.
Ecco cosa è successo
La coppia, che aveva subito un furto in auto mentre si trovava in spiaggia, era risalita al campo grazie al localizzatore di uno dei i-phone sottratti.
Dopo un accurata ispezione, i caschi bianchi sono riusciti a risalire ad una donna, abitante del campo, che nascondeva gli oggetti rubati, nelle adiacenze di una baracca, presente all’interno del campo e nel portabagagli della propria auto. La nomade, con numerosi precedenti alle spalle, ha dichiarato ai poliziotti locali di aver acquistato la merce poco prima, da un altro abitante del campo. Dall’esito del controllo però emergeva numerosa altra merce, quali telefonini, occhiali da sole di marca ed apparati radio, sul cui possesso la donna stessa, forniva la medesima giustificazione.
Tra i ringraziamenti della coppia straniera alla Polizia Locale di Roma Capitale, proseguono le indagini: La sensazione, al Comando di Via Bonifati è infatti che la donna, deferita all’autorità giudiziaria per il reato di ricettazione, altro non sia che una sorta di “base” per la raccolta dei beni rubati da parte di vere e proprie “batterie” di soggetti che, provenienti dal campo, approfittando della stagione estiva imperversano di furti e reati predatori sul litorale romano.
La nota del Sindacato UGL
Sull’episodio è intervenuta una nota del Sindacato UGL, che in una nota del Coordinatore Romano Marco Milani dichiara: ” Esprimiamo apprezzamento per il lavoro svolto dai colleghi della SPE, questa volta il biglietto da visita al turismo romano, costituito dalla disavventura dei turisti stranieri è stato reso maggiormente presentabile dalla capacita di intervento delle donne e degli uomini che quotidianamente militano nel Corpo, spesso in contesti difficili come quelli dei campi nomadi. Un lavoro di cui mai smetteremo di chiedere il giusto riconoscimento, ad Amministrazione e Governo”.