L’Australia è un continente dai molti lati esotici, soprattutto per noi europei. Ciò che più ci colpisce è solitamente la ricchezza del suo ecosistema, che per altro nasconde anche animali decisamente temibili; dai ragni ai serpenti velenosi, per non parlare di mammiferi e altri animali che possono risultare aggressivi, quindi pericolosi per l’uomo. Fortunatamente non tutte ciò che temiamo ci è sempre dannoso, anzi. È questo il caso del cosiddetto ragno dei cunicoli, o funnel web spider (anche detto ragno a imbuto). Studi svolti sul suo veleno hanno infatti evidenziato sostanze che potrebbero essere utili nella cura di malattie terribili, come l’ictus o l’epilessia.
Di cosa stiamo parlando
Da sempre la natura è la base da cui prendiamo buona parte delle sostanze chimiche che poi si utilizzano come farmaci. Anche se ultimamente si tende a pensare all’industria farmaceutica come a un qualcosa di completamente chimico e sintetico, in realtà molti farmaci derivano dal veleno di alcuni insetti, dalle foglie delle piante, dalle ricette di antichi decotti. Si pensi ad esempio all’acido acetil salicilico, composto di sintesi derivato dai decotti a base di corteccia di salice utilizzati dai nativi americani, o alla penicillina, estratta dalla produzione metabolica di alcune muffe. I laboratori farmaceutici studiano costantemente la natura, alla ricerca di sostanze e di composti che ci possano aiutare nella cura delle malattie.
Il caso
Per quanto riguarda il caso di cui stiamo parlando, il professor Glenn King, insieme al suo gruppo di ricerca dell’università del Queensland, in Australia, ha studiato il veleno di un ragno. All’interno di questo secreto ha trovato più di 3.000 componenti, tra cui proteine ed enzimi che possono risultare utili da utilizzare per la cura di alcune malattie. Cerchiamo di essere chiari, il veleno del ragno in questione può causare seri problemi all’uomo. Chi viene punto dal ragno infatti può addirittura andare incontro alla morte. Se però separiamo il veleno nelle sue componenti singole, allora queste stesse si possono sfruttare per gli usi più vari. Trattandosi, come abbiamo detto, di oltre 3.000 diverse sostanze, è chiaro che lo studio del veleno del ragno dei cunicoli sarà prolungato e, con buona probabilità, ci porterà anche ad altre interessanti scoperte.
Contro l’ictus e l’epilessia
I test ad oggi effettuati sono stati svolti solo sulle cavie da laboratorio, siamo quindi solo all’inizio della ricerca. Sembra però che alcuni peptidi contenuti nel veleno del ragno dei cunicoli australiano possa aiutare chi soffre di ictus e di epilessia. In particolare stiamo parlando di una singola proteina, che riesce a proteggere il cervello dai danni causati dalla mancanza di ossigeno, cosa che si verifica durante un ictus. I risultati sono sorprendenti, in quanto sulle cavie da laboratorio la sostanza apporta un effetto protettivo non solo nei momenti appena successivi all’ictus, ma anche se somministrata varie ore dopo. Le ricerche sono molto promettenti anche per quanto riguarda la cura dell’epilessia, del dolore addominale e la sindrome di Dravet, una particolare forma di epilessia che colpisce i bambini durante il primo anno di vita.
Fonte: pianetadonne.blog