Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Retuvasa
Paliano, il dilemma dell’acqua pubblica.
Per inciso, gli ATO, coinvolti dagli innumerevoli tagli alla spesa pubblica, sono stati aboliti a partire dal 31 dicembre 2012. E’ per tale motivo che le Regioni sono state chiamate a ridisegnare, secondo criteri di razionalizzazione, gli ambiti di bacino idrografico (ABI). La Regione Lazio, colpevolmente in estremo ritardo, non ha ancora definito i nuovi ABI, nonostante giaccia da molto tempo in commissione ambiente la proposta di legge 238/2015 che riprende la proposta sugli ABI degli esperti del Forum regionale dei movimenti per l’acqua .
Fino ad ora la gestione di Acea ATO 5 è stata molto inefficiente tanto che i sindaci dell’ATO 5 hanno deciso di rescindere il contratto con essa. Perché i cittadini di Paliano dovrebbero affidare uno dei servizi pubblici più importanti a un’azienda del genere?
Ricordiamo che Acea S.p.A. è una società per azioni quotata alla borsa di Milano che vede nel proprio capitale il Comune di Roma, con una quota maggioritaria (51%) e importati soggetti privati, quali il Gruppo Caltagirone, la multinazionale francese dell’acqua Suez e la Norges Bank; quest’ultima gestisce il fondo sovrano norvegese, uno dei più importanti al mondo, alimentato dai proventi dell’estrazione petrolifera nel Mare del nord e proprietario di importanti partecipazioni azionarie anche in Italia.
Va ricordato che le società di capitali (tra cui le s.r.l. e le S.p.A.), anche se a TOTALE CAPITALE PUBBLICO, sono società di diritto privato che rispondono a logiche di mercato piuttosto che all’interesse pubblico. La quotazione in borsa, inoltre, rende ancor più preponderante l’obiettivo della generazione di profitti.
Tornando ai fatti, il sindaco Alfieri ha inviato una lettera a Virginia Raggi, attuale sindaco di Roma (il Comune, come detto, è azionista di maggioranza di Acea S.p.A.), chiedendole di ritirare il nuovo ricorso al TAR presentato da Acea ATO 5 l’11 luglio scorso in cui l’azienda intima al comune di Paliano di cedere gli impianti.
Nella lettera si fa cenno anche all’esito referendario di giugno 2011, quando 26 milioni di italiani hanno scelto la gestione pubblica di tutti i servizi, in primis il servizio idrico.
Chi gestisce al momento il servizio idrico di Paliano? L’AMEA, una S.p.A. a capitale misto pubblico-privato, con il seguente assetto azionario (ripreso dal sito della società): Comune di Paliano: 65,494%, Comune di Piglio 1,506%; A.R.I.A S.r.l. 33%.
Gli enti pubblici locali in questo caso hanno una quota preponderante nell’assetto societario, ma non si tratta comunque di una società di diritto pubblico, come può essere invece un’azienda speciale; quest’ultima risulta ente strumentale dell’ente locale di riferimento, il suo obiettivo è esclusivamente la gestione del servizio affidatole, per statuto non può operare a fini di lucro e deve reinvestire eventuali utili per migliorare il servizio. E’ per tale motivo che questa forma di gestione è stata sempre vista dai movimenti per l’acqua pubblica come la migliore in grado di garantire la pubblicità del servizio.
Non a caso il comune di Napoli ha ripubblicizzato il proprio servizio idrico effettuando proprio la trasformazione della società per azioni Arin S.p.A. nell’azienda speciale Acqua Bene Comune Napoli (ABC Napoli).
Il sindaco Alfieri quindi, che noi stimiamo per la sua netta presa di posizione contro Acea ATO 5, dovrebbe però dare seguito al referendum del 2011 avviando un processo di ripubblicizzazione di Amea attraverso la trasformazione in azienda speciale.
Tra l’altro, nella lettera viene ricordato che la legge 5/2014 sul servizio idrico della Regione Lazio permette e incoraggia la scelta pubblica per la gestione di questo servizio.
Siamo consapevoli dei vincoli sempre più pressanti con i quali tutti i governi degli ultimi decenni hanno di fatto imposto ai comuni la privatizzazione dei servizi pubblici (proprio attraverso la negazione delle aziende speciali), ma il rispetto della volontà popolare dovrebbe essere la priorità per ogni amministratore.
I fatti, d’altra parte indicano che la privatizzazione non migliora il servizio: è notizia di qualche giorno fa che i comuni di Valmontone e Rocca di Papa hanno minacciato azioni legali contro il gestore Acea ATO 2 per ripetuti e irrisolti problemi alle infrastrutture idriche mentre nel Comune di Colleferro continuano le interdizioni all’uso umano dell’acqua potabile per parametri batteriologici non conformi (da alcuni giorni interdizione al quartiere Scalo e via Casilina), la chiusura completa per il periodo estivo dello sportello utenti di zona, la mancata bollettazione da oltre un anno.
Non si può evitare il confronto con il caso Saracena, un piccolo Comune del Pollino che gestisce l’acqua con azienda speciale da molto tempo anziché affidarla alla Sorical S,p.A., come avrebbero voluto imporgli. Il caso fece scalpore a luglio dello scorso anno perché il sindaco Gagliardi era insorto contro la multa imposta dall’Authority. La colpa? Le tariffe applicate dal sindaco erano troppo basse, sarebbero dovute lievitare secondo l’Authority, da 26 centesimi a 1 euro e 40. Il sindaco la spuntò mostrando semplicemente i dati: gestione del servizio eccellente e altamente economica.
Cosa si può chiedere di più ad un sindaco?
Comunque l’azione della amministrazione di Paliano che resiste alle pretese di Acea di costruire un monopolio della gestione del sistema idrico, capace di macinare profitti in Italia e nel mondo a discapito di un diritto fondamentale, potrà continuare ed avere successo solo se si realizzerà compiutamente la collaborazione tra tutti gli enti locali nella creazione di un sistema di gestione adeguato ai bisogni del territorio ed al mantenimento della risorsa acqua nella sua naturale struttura di bacino idrico.