La Tuscia, la Ciociaria, i paesini del parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Aree interne e località montane, territori immersi nella natura, borghi in cui vivono poche centinaia di persone: ripercorrere le elezioni comunali degli ultimi anni seguendo Progetto popolare – movimento politico con base a Colleferro – è un viaggio alla scoperta di piccoli paesi del Centro e Sud Italia. Un percorso composto da molti territori e regioni diverse in cui troviamo una compagine itinerante di candidati.
La situazione
In questi giorni chi vive o passa a Colleferro può individuare il simbolo di Progetto popolare nei manifesti di uno dei candidati Sindaco alle prossime elezioni amministrative, Valerio Giuffrè, Medico del distretto sanitario della città nel dipartimento di salute mentale e dipendenze.
I suoi manifesti sulle plance comunali non passano di certo inosservati, per esempio al fine di invitare la cittadinanza al primo incontro pubblico, quello del 18 luglio scorso, Giuffrè ha scelto lo slogan “La porchetta la pago io”. Per il comizio di fine luglio, invece, le penne all’arrabbiata hanno accompagnato la discussione sulle problematiche della città, con particolare attenzione al tema delle partite IVA. E poi un altro manifesto, quello con i contenuti del programma: ambiente, sanità, sport, cultura, occupazione per “un progetto di politica vera – recitano le ultime righe – con al centro un obiettivo: l’aeroporto a Colleferro.
Le elezioni nei piccoli comuni
Gli Slogan e la proposta dell’aeroporto hanno sicuramente distolto l’attenzione dalle liste che sostengono il dottor Giuffrè: il movimento Democrazia Sociale, la lista civica contro i balbettanti della politica e appunto Progetto popolare. Se per i primi due è molto difficile trovare informazioni e programmi politici, il tricolore di progetto popolare ha un sito, pagine social, un manifesto politico e qualche consigliere comunale. Dagli archivi del Ministero dell’Interno capiamo che questo movimento è stato protagonista di molte tornate elettorali in località che non superano i mille abitanti, presentando liste con persone residenti altrove, e con una serie di nomi ricorrenti che nel giro di pochi anni si sono candidati in diversi comuni riscuotendo di solito poche preferenze, percentuali di voto che non superano il 3 per cento e una domanda tra gli elettori: Ma questi chi sono?
A domandarselo nel 2017 sono stati i 300 abitati di Civitella Alfedena, borgo abruzzese arroccato su uno sperone roccioso; il paese più piccolo del parco nazionale. Quell’anno Progetto popolare presenta come candidato Sindaco Luca Tordella, classe 1965, nato e residente a Colleferro, oggi promotore della candidatura di Valerio Giuffrè nel suo paese natìo. Nella sfida elettorale a Civitella Alfedena, su 176 votanti raccoglie 3 voti e molte critiche per non avere alcun legame con il territorio. La stessa osservazione è stata fatta per altri due candidati Sindaco: Giuseppe Di Persio, poliziotto di Pescara in corsa con la lista Finalmente Noi e Alessandro Cruciani, classe 1981 per la lista Futuro insieme, anche lui appartenente alle forze armate. A segnalare questa situazione è stato Filippo Tronca con un articolo su Abruzzo Web in cui si parla di “liste aliene composte da persone che non vivono e nemmeno frequentano questi luoghi incantevoli. Liste infarcite di guardie penitenziarie e poliziotti”. Nell’articolo, il giornalista riporta le dichiarazioni di Giancarlo Massimi, oggi Sindaco di Civitella Alfedena, unico sfidante a essere veramente del posto. “Qui i candidati di queste tre liste nessuno li conosce, nessuno di loro risiede qui, sappiamo solo con certezza che molti di loro fanno parte del corpo della Polizia. Mi meraviglio – continua Massimi su Abruzzo Web– che il prefetto nell’esercizio delle sue funzioni non si senta in dovere di richiamare al rispetto del diritto chi rappresenta lo stato. Perché è vero che la legge consente tutto ciò, ma qui secondo me c’è un chiaro abuso del diritto, che umilia la democrazia, e offende i cittadini”.
Le elezioni a Latera e la lista di Marco Tordella
In quell’occasione, sempre su Abruzzo Web, Tordella risponde alle critiche precisando di non essere un poliziotto e che nelle sue liste ci sono spesso rappresentanti delle forze dell’ordine perché “il tema della legalità è prioritario“. Sempre nel 2017, spostandoci nel Lazio, precisamente a Latera, in provincia di Viterbo, Progetto popolare partecipa alle elezioni con il candidato Sindaco più giovane di tutta la Tuscia: il colleferrino Marco Tordella, nato nel 1995 e figlio del leader del Movimento. Perché proprio Latera? “Abbiamo scelto così, ci veniamo a fare le passeggiate”, ha risposto in un’intervista su Il Messaggero il giovane candidato un mese prima delle votazioni. Risultato? Progetto popolare prende in tutto 3 voti. A quanto pare le camminate nel viterbese hanno permesso di mettere insieme una lista di dieci persone provenienti da Colleferro, Roma e da altre città. Oltre a Tordella, sono della Valle del Sacco i candidati Marco Tucci, Antonio Giuffré e Roberto Castilli, quest’ultimo nato a Bellegra il 12 ottobre del 1968. Sul suo profilo Facebook Castilli afferma di lavorare come agente penitenziario. Carica che viene confermata da recenti graduatorie del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.
Progetto popolare in provincia di Rieti
Castilli, come molti esponenti di progetto popolare, ha una vera passione per i piccoli Comuni: l’anno prima delle elezioni a Latera concorre come consigliere a Canterano, borgo di 325 abitanti nell’alta valle dell’Aniene. Per questo paese, il movimento sceglie come candidato Sindaco Valter del Brusco. Un esponente del posto? No. Anche Del Brusco è di Colleferro. La sua lista colleziona in totale 12 voti. Del Brusco non si abbatte, così nel 2018 si sposta sui colli dell’alta Sabina, a Rocca Sinibalda in provincia di Rieti. Tra i 556 votanti c’è stato qualcuno che ha dato fiducia a progetto popolare? No. Zero voti per il colleferrino in trasferta. Quell’anno Progetto popolare sembra voler investire molto nel reatino, tanto da presentare una lista anche nel Comune di Belmonte con il candidato Sindaco Marco Tordella, ma anche qui nessuno barra il loro simbolo.
Un programma identico per tutti i territori
L’itinerario elettorale del movimento di Tordella ha ancora molte tappe: Collepardo in provincia di Frosinone per le elezioni del 2016, Tora e Picilli nel casertano con il poliziotto Mauro Turri, Barrea in Abruzzo nel 2017 con una lista composta anche qui da fuori sede, persone di Colleferro e qualche agente della penitenziaria, fino ad arrivare addirittura in Sardegna, nel Comune di Serri dove nel 2014 Luca Tordella è il candidato Sindaco del Movimento sociale italico insieme a due sottufficiali dell’aeronautica. Il movimento sociale italico è una realtà politica riconducibile sempre a Tordella: Progetto popolare ha infatti mantenuto l’e-mail msitalico@libero.it e anche il programma generale è praticamente lo stesso. Uscita dell’Italia dall’Eurozona, riduzione delle tasse, sicurezza, elezione diretta del presidente della Repubblica, chiusura dei confini nazionali e difesa della famiglia tradizionale. “Ribadiamo la centralità del principio dello Ius Sanguinis – si legge nel programma – in base al quale si è per diritto cittadini italiani se figli di cittadini italiani, e non per semplice diritto di nascita sul territorio nazionale”. Insomma, un manifesto sovranista e identitario di estrema destra. Ma come si traduce nei territori questo manifesto? In realtà, per ogni paese progetto popolare allega come programma elettorale lo stesso foglio di quattro pagine in cui ci sono punti generici sulla sanità, sulle tradizioni locali e sullo sport. Le idee per rilanciare le bellezze e le peculiarità di Latera sono identiche a quelle per riqualificare i centri storici di Barrea e Collepardo.
L’aspettativa pagata per partecipare alle elezioni
Il punto della legalità sembra essere centrale, ma cosa spinge un agente della penitenziaria a candidarsi con Progetto popolare? Ad approfondire questo fenomeno è stato Marco Pasciuti, giornalista del Fatto quotidiano, che nel 2018 ha analizzato la presenza degli esponenti delle forze dell’ordine nelle liste di Tordella e di altri movimenti che partecipano alle elezioni amministrative nei piccoli Comuni, dove per concorrere non serve raccogliere un numero minimo di firme tra i cittadini.
Da Nord a Sud, esaminando una serie di liste, il giornalista ha individuato diversi agenti che si candidano in località distanti anche 500 km dai loro paesi di origine. Pasciuti ha ricordato la disposizione dell’articolo 81 della legge 121/1981: 30 giorni di aspettativa retribuita agli appartenenti alle forze di polizia candidati alle elezioni politiche o amministrative. Una pratica dunque normata dalla legge e in linea con i regolamenti.
Su questo punto il sindacato autonomo di polizia penitenziaria ha risposto al giornalista che effettivamente questa situazione genera una carenza di organico per un settore che avrebbe bisogno di maggiori risorse e unità. Un tema caro anche a Progetto popolare, infatti nel punto sulla sicurezza si chiede un urgente potenziamento delle Forze dell’Ordine (Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza). Oggi il movimento è impegnato in casa, a Colleferro. “Noi abbiamo capito – si legge sul gruppo di Progetto popolare Colleferro –che sarà la più dura campagna elettorale nella storia della nostra città. Come movimento civico ci riprendiamo il posto che ci spetta e che non abbiamo mai abbandonato”. In realtà qualche volta questo posto sarà rimasto probabilmente vuoto perché Luca e Marco Tordella l’anno scorso sono stati eletti come consiglieri comunali d’opposizione rispettivamente a Capranica Prenestina e a Pisoniano. Sarà anche la più dura campagna elettorale della loro città, ma il viaggio nei piccoli Comuni italiani non sembra interrompersi.