Il Movimento 5 Stelle ancora prima di diventare main stream e primo gruppo politico, è stato un qualcosa di virtuale, che ben presto è diventato reale grazie alla creazione di tante piccole comunità (o meet up) sul territorio italiano. Partito dal basso (grazie anche a un fulcro che ha agito da facilitatore: Beppe Grillo e il suo blog), si è ben presto radicato ovunque.
Il Movimento 5 Stelle e il declino nei Comuni
Sono iniziati ad affacciarsi esponenti sconosciuti, che sono diventati noti grazie alle apparizioni televisive. Il media televisivo, inizialmente bistrattato, è diventato poi fondamentale nel Movimento. Le ragioni del successo sono molteplici. E’ andato a inserirsi in un contesto di saturazione del politically correct, in cui i “vecchi partiti” erano concepiti come Impero, con i loro discorsi da copia e incolla e perbenisti, che poi contrastavano di fatto con l’azione politica. I discorsi di Beppe Grillo prima e degli esponenti poi erano “scorretti”. Si urlava, ma lo scopo era quello di risvegliare le coscienze. Si dileggiava pubblicamente ogni esponente della vecchia politica, utilizzando un linguaggio semplice e accessibile a tutti, soprattutto ai giovani. Si sono ben presto formate figure facilmente associabili, semplificando, a a un elettorato moderato di Centro-Destra (Di Maio) e di Centro-Sinistra (Di Battista), più varie figure spendibili a livello locale (Roma e Torino su tutte). Tuttavia, nei Comuni non ha mai sfondato.
Le ragioni di un insuccesso locale
I motivi, anche qui, sono molteplici e non riassumibili con facilità poiché diversi da zona a zona. Senza dubbio, una delle ragioni principali per la quale non ha mai avuto successo nei piccoli Comuni è stata quella di non avere figure carismatiche all’interno. La mancanza di una vera e propria gerarchia e la scelta (più che condivisibile, ma utilizzata soltanto da loro) di non apparire nei manifesti pubblicitari, di non fare pubblicità in rete e quant’altro ha fatto sì che le facce dei candidati rimanessero estranee alla cittadinanza. Se i partiti hanno continuato a basarsi sul “culto della personalità”, il Movimento 5 Stelle, a livello locale, ha assunto connotazioni diverse da quelle nazionali. Inoltre, se a livello nazionale il vero nemico del popolo erano i partiti della vecchia politica, a livello locale il voto è dato per lo più da simpatie o antipatie (oltre che da ragioni di convenienza personale) legate ai candidati.
La politica ha notevoli punti in comune con il tifo calcistico e una bella faccia pulita (magari con l’aiuto di Photoshop nei profili social, nei banner e nei manifesti) aiuta a ottenere consensi. Questi ultimi sono spesso “accecati”: si tenderà a lodare il proprio leader e denigrare quello dell’altrui partito a prescindere, senza badare ai contenuti. Motivo per cui a livello locale si vedono poche facce pentastellate e i volti che si vedono sono principalmente di quelli che investono nella politica, poiché sanno che avranno un ritorno economico. Non mancheranno quindi camicie bianche a simbolizzare la purezza, maniche di camicia alzate, per dimostrare che si sta lavorando sodo e tutto ciò che inconsciamente si può trasmettere con il linguaggio non verbale.
Di norma, i candidati non erano imprenditori e difficilmente racimolavano voti. Non avendo avuto un passato in politica e nei “posti che contano”, è stato anche difficile riuscire a conquistare degli spazi in così poco tempo. Il declino è stato lento e inesorabile, a tal punto che in molti paesi non si presenteranno nemmeno alle prossime elezioni comunali. Difficile prevedere il futuro, fatto sta che i vertici del Movimento dovrebbero prendere atto di quanto sta succedendo per evitare di lasciare che il bipolarismo torni a essere il concetto base della politica italiana, sebbene poi a qualcuno la cosa stia più che bene.