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Infortuni e Pandemia. Tarquini (Uil): “Ciociaria seconda per denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19. Quasi cento denunce nei primi sei mesi del 2020”

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Infortuni e Pandemia. Tarquini (Uil): “Ciociaria seconda per denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19. Quasi cento denunce nei primi sei mesi del 2020”

Infortuni e Pandemia. Tarquini (Uil): “Ciociaria seconda per denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19. Quasi cento denunce nei primi sei mesi del 2020”.

“Sono state 98 le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 nella nostra provincia. In 58 casi hanno riguardato le donne, in 40 gli uomini. Delle quasi cento segnalazioni, una ha avuto esito mortale. La fascia di età più esposta è stata quella dai 50 ai 64 anni, con 53 segnalazioni. La meno colpita quella degli over 64 con 6 denunce”. Questi alcuni dei numeri che la Uil di Frosinone ha elaborato su dati Inail relativamente ai primi sei mesi del 2020.

“Dal nostro studio – spiega Anita Tarquini, Segretaria Uil di Frosinone – emerge che l’area di Frosinone e provincia è la seconda tra i territori laziali per infortuni sul lavoro da contagio Covid. Prima è Roma con 1192 casi, dopo di noi c’è Rieti con 86, Viterbo con 64 e Latina con 56. Una cifra che regionalmente totalizza 1496 infortuni registrati dall’Inail. Cinquantamila il numero complessivo nel Paese, con 252 denunce che purtroppo hanno avuto esito mortale”.

“Rientrando nei confini regionali – prosegue l’esponente sindacale – la gestione dell’industria e servizi ha registrato il 94,7 per cento delle denunce, segue la gestione per conto dello Stato (4,6%), la navigazione (0,6%) e l’agricoltura (0,1%). Quasi l’86 per cento delle segnalazioni codificate per attività economica (Ateco) ha interessato il settore della sanità è dell’assistenza (oltre il 69%). Infermieri, medici, operatori socio sanitari e socio assistenziali sono state tra le professionalità più colpite”.

“Non possiamo dimenticare che dietro un numero c’è una storia, una lavoratrice, un lavoratore – conclude Tarquini – uomini e donne che in periodo di emergenza sanitaria hanno continuato tra mille difficoltà a lavorare. Durante il lockdown i protocolli anticontagio sono stati fondamentali per ridurre e contenere i rischi di contagio, ma è chiaro che anche sulla scorta dell’esperienza della pandemia la salute e la sicurezza sul posto di lavoro dovranno essere implementati molto di più. Non si può morire di lavoro. Il Lavoro e sicurezza deve diventare un binomio inscindibile”.