Cronaca

Frosinone, gestione illecita dei rifiuti di pazienti ricoverati in una RSA

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Nella giornata di ieri, personale del Comando Stazione Carabinieri di Frosinone e del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale (N.I.P.A.A.F.) del Gruppo Carabinieri Forestale di Frosinone, hanno effettuato un controllo presso una RSA  ubicata nel frusinate.

Ecco cosa è successo

Il controllo, al quale hanno partecipato anche i tecnici A.R.P.A. della sezione di Frosinone, si è svolto alla presenza sia dei rappresentanti della direzione amministrativa della Struttura Sanitaria, che di Operatori Sanitari. Gli accertamenti svolti nel corso del controllo, hanno fatto emergere come la struttura sanitaria abbia gestito in modo illecito i rifiuti speciali prodotti nella normale attività di assistenza ai pazienti ricoverati. Inoltre è stata anche accertata la presenza di uno scarico sul suolo delle acque reflue provenienti dal depuratore a servizio della struttura stessa.

In particolare i militari, verificando minuziosamente il sistema di gestione dei rifiuti adottato dalla Struttura ed ispezionando le strutture utilizzate, hanno riscontrato la presenza di rifiuti sanitari (quali cannule con probabile presenza di tracce ematiche, aghi, garze sporche, indumenti monouso quali guanti e mascherine, pannoloni sporchi, una micro pipetta usata per test sierologici, etc.) mescolati nei rifiuti urbani. In sostanza la struttura, anziché smaltire tali rifiuti secondo la normativa di riferimento, li riponeva nei contenitori destinati ai rifiuti urbani.

L’intervento degli operanti, che hanno posto sotto sequestro i rifiuti così rinvenuti, ha impedito che gli stessi fossero raccolti, trasportati e smaltiti nella normale raccolta degli scarti urbani, senza le necessarie precauzioni e tutele.

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 La società che amministra e gestisce la struttura sanitaria sottoposta al controllo,  è stata segnalata all’Autorità Giudiziaria per il reato di “gestione illecita dei rifiuti”. L’attività di controllo dei militari ha inoltre fatto emergere che il depuratore delle acque reflue utilizzato dalla struttura sanitaria era stato dotato di una tubazione che bypassava una fase della depurazione delle acque, scaricando il refluo direttamente sul suolo subito all’esterno della proprietà della struttura. La verifica dei documenti ha evidenziato che questo scarico non era autorizzato, per cui i militari provvedevano al sequestro giudiziario anche di tale tubazione, impedendo alla struttura di continuare a scaricare acque reflue direttamente sul suolo, segnalando la citata società responsabile anche per il reato di “scarico non autorizzato di acque reflue sul suolo