Alcuni non facevano neppure ingresso nella sede ma figuravano al lavoro; altri si allontanavano dopo aver “strisciato” regolarmente il proprio badge nel dispositivo di registrazione delle presenze installato all’ingresso della “Casa della Salute” di Zagarolo.
I fatti
Sono otto i dipendenti dell’ASL RM 5 ai quali i Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini emesso dalla Procura della Repubblica di Tivoli.
A seguito di alcune segnalazioni, le Fiamme Gialle della Compagnia di Frascati, coordinate dal locale Gruppo, hanno monitorato i loro movimenti, posizionando delle telecamere nei pressi dell’apparecchiatura c.d. “marcatempo” e pedinandoli per diversi giorni.
Le immagini registrate hanno confermato i sospetti, riprendendo dipendenti che, appena timbrato il cartellino, si allontanavano per alcune ore dal posto di lavoro per sbrigare faccende personali
Le indagini hanno permesso di appurare l’esistenza di un sistema consolidato incentrato su uno scambio di favori che, in alcuni casi, si è spinto anche a simulare la presenza per l’intero turno, grazie ai colleghi compiacenti che “strisciavano” il badge a inizio e fine giornata.
Gli 8 denunciati dovranno rispondere dei reati di truffa ai danni dell’Ente di appartenenza e falsa attestazione di presenza in servizio.
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L’operazione si inquadra nel più ampio dispositivo messo in atto dalla Guardia di Finanza capitolina a tutela della legalità.
Di seguito, il commento del Codacons sulla vicenda:
Se saranno accertati gli illeciti ipotizzati, i furbetti del cartellino scoperti alla Asl Roma 5 dovranno risarcire i cittadini per i danni loro arrecati. Lo afferma il Codacons, chiedendo il licenziamento immediato degli 8 dipendenti della struttura i quali, dopo aver timbrato il cartellino, abbandonavano il posto di lavoro per svolgere faccende personali.
“Si tratta di reati che, se confermati, avrebbero ripercussioni dirette per gli utenti della sanità – spiega il presidente Codacons, Carlo Rienzi – Il danno per i cittadini è duplice: da un lato i servizi resi dall’azienda sanitaria dove lavoravano i dipendenti infedeli hanno subito un peggioramento a causa dell’assenza ingiustificata dei lavoratori dagli uffici, dall’altro vi è un evidente spreco di soldi pubblici, in quanto i furbetti del cartellino hanno percepito stipendi senza lavorare”.
Per tale motivo il Codacons chiede il licenziamento immediato dei “furbetti del cartellino” della Asl Roma 5 e l’avvio di azioni di recupero delle retribuzioni percepite negli anni dai dipendenti disonesti, soldi che dovranno rientrare nelle disponibilità della collettività.