Le domande di chi risulta positivo con sintomi o asintomatico oppure è entrato a contatto con un caso accertato di Covid-19 sono molte, ma le risposte spesso confuse. Vediamo insieme come comportarci.
Con il ritorno dei contagi e la difficoltà delle regioni a tracciare la diffusione dell’epidemia, uno degli aspetti cruciali per il controllo di quest’ultima è quello della corretta gestione di isolamento e quarantena per le persone infette o potenzialmente contagiate.
Sulla base delle nuove evidenze scientifiche ed epidemiologiche e sulle indicazioni degli organismi internazionali, il Ministero della Salute italiano pochi giorni fa ha modificato le regole che i cittadini devono seguire in caso di contagio o di contatti stretti con persone positive. Ha inoltre chiarito alcuni dubbi sulla diversa gestione di sintomatici e asintomatici.
Isolamento fiduciario e quarantena: differenza
Nella circolare del Ministero viene chiarita prima di tutto la differenza tra quarantena e isolamento fiduciario, spesso usati erroneamente come sinonimi poiché fanno riferimento a due condizioni diverse. Vediamole nello specifico.
Che cos’è a la quarantena per Covid
La quarantena interessa le persone sane che sono venute a contatto con un positivo e potrebbero essere potenzialmente esposte al rischio infettivo.
Poiché l’obiettivo è monitorare l’eventuale comparsa di sintomi e identificare nuovi casi, le persone in quarantena non devono avere contatti con nessuno per la durata del periodo di incubazione del virus (circa 10 giorni).
L’isolamento fiduciario per Covid
L’isolamento fiduciario riguarda i casi accertati di Covid-19 (positivi al tampone), che devono separarsi dalla comunità ed evitare in tutti i modi la trasmissione dell’infezione.
Il periodo di contagiosità può essere diverso a seconda della presenza o meno dei sintomi e la durata dell’isolamento può quindi cambiare.
Vediamo insieme quali sono le tempistiche corrette e le procedure da seguire in caso di isolamento e quarantena.
Isolamento fiduciario: cosa fare con tampone positivo e sintomi
Coloro che presentano i sintomi da Covid-19 e risultano positivi al tampone, per rientrare in comunità dopo l’isolamento devono aspettare almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi e devono aver effettuato un test molecolare (tampone classico) con esito negativo dopo almeno 3 giorni senza sintomi.
Non vengono presi in considerazione perdita di olfatto (anosmia) e perdita di gusto (ageusia) perché possono avere una persistenza prolungata nel tempo.
Isolamento fiduciario: cosa fare con tampone positivo e assenza di sintomi
Gli asintomatici con tampone positivo possono rientrare alla propria vita sociale solo dopo un periodo di isolamento fiduciario di almeno 10 giorni dalla positivizzazione, e solo in seguito a un ulteriore tampone con risultato negativo.
Cosa fare se il tampone non si negativizza
Possono verificarsi situazioni in cui gli asintomatici e coloro che non presentano più sintomatologia rimangano positivi per lungo tempo. In questo caso, e a seconda delle caratteristiche dei singoli, è necessario consultarsi con gli esperti per valutare la possibilità di interrompere l’isolamento dopo 21 giorni dalla comparsa dei sintomi.
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Questo perché gli ultimi studi hanno mostrato che la quantità di carica virale in naso e gola si abbassa significativamente subito dopo lo sviluppo dei sintomi e che la durata effettiva dell’infettività non è solitamente più lunga di dieci giorni dall’inizio dei sintomi.
Cosa fare se si è stati a contatto con un caso accertato di Covid-19
Coloro che sono entrati a contatto con un caso accertato di Covid-19 devono rispettare un periodo di quarantena della durata di:
14 giorni dall’ultima esposizione al caso positivo senza doversi poi sottoporre ad alcun test;
oppure di 10 giorni dall’ultima esposizione al caso positivo, seguiti da un test antigenico o molecolare con esito negativo.