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I MiniFabLab come opportunità per i piccoli centri

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In questi mesi di drammatica crisi sanitaria, molte sono le riflessioni che si sono imposte per ripensare il ruolo dei piccoli comuni.

Le scelte da fare possono essere diverse e le molte opportunità proposte dalle recenti applicazioni offerte dall’innovazione tecnologica potrebbero ricollocare i piccoli comuni al centro di un fitto panorama di collegamenti per incrementare e diffondere la conoscenza. Fra le altre, una strada per salvare e rilanciare le piccole realtà comunitarie sono i MiniFabLab.

Negli ultimi anni, la creazioni di FabLab o MiniFabLab, sta moltiplicando le possibilità di sviluppo e rigenerazioni per zone e realtà trascurate.

Cos’è un FabLab?

Nato nel 2001 al MIT di Boston (USA), il termine FabLab (Fabrication Laboratory) indica un luogo dove gli oggetti nascono seguendo delle rappresentazioni digitali create servendosi di apparecchiature e dispositivi tecnologici avanzati. L’idea di fondo è quella di mettere insieme competenze e esperienze diverse che possono integrarsi fra di loro e dare origine a progetti innovativi. Inoltre, un FabLab è uno spazio fisico utile alla realizzazione e alla diffusione dell’artigianato e della cultura digitale. Insomma, un Fab Lab è un luogo di incontro per scambiarsi idee, realizzarle concretamente e renderle fruibili a tutti.

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 A cosa serve un FabLab?

Se la visione del FabLab è quella di incrementare lo scambio e la diffusione delle idee per realizzare nuovi progetti allora la sua prospettiva si concilia perfettamente con le nuove realtà imprenditoriali, stimolandole e arricchendole ulteriormente. La finalità di un Fab Lab, la sua funzionalità, è quella di rendere concreta un idea rendendone condivisibile i suoi contenuti, i suoi strumenti pratici e i processi comuni. Dal punto di vista pratico, quindi, le strutture del Fab Lab possono ospitare corsi, laboratori per attività di formazione didattica e condivisione progettuale, tutoraggio per studenti o webinar per tutti gli interessati.