Un vero e proprio tsunami quello che si è abbattuto sulle imprese del Lazio, che hanno registrato un netto calo del fatturato in 8 casi su 10.
E’ quanto emerge da un’indagine effettuata da Federlazio, relativa al semestre che va da gennaio a luglio, condotta in collaborazione con la Camera di Commercio di Roma su un campione di 450 aziende.
Il dossier
Un terzo delle imprese, pari al 34 per cento, ha subito una riduzione del fatturato superiore al 30 per cento. Solo il 7 per cento delle aziende laziali esaminate è risultata in crescita. E il 50 per cento delle Pmi è stata costretta a ricorrere allo smart working.
“Sono dati allarmanti – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri– soprattutto se teniamo conto del fatto che questo dossier prende in esame il semestre che va da gennaio a luglio, quindi quello antecedente alla nuova impennata dei contagi che sta rendendo necessarie nuove chiusure, seppure parziali per quanto riguarda alcune regioni come la nostra, ma che va ad incidere enormemente su una situazione già fortemente compromessa dal primo lockdown.
Il graduale allentamento durante l’estate delle misure restrittive, messe in atto per cercare di arginare la diffusione del contagio e il distanziamento sociale, ha determinato un leggero, ma momentaneo, recupero degli indicatori economici, crollati come non era mai accaduto in precedenza tra marzo e maggio”.
Stando alle ultime stime Istat, così come si legge anche nel Nadef, lanota di aggiornamento al Documento di economia e finanza di ottobre, il Pil è caduto del 5,5 per cento nel primo trimestre e del 13,0 per cento nel secondo in termini congiunturali. La previsione a fine anno è a -9 per cento.
“E a pesare – continua Granieri– sono anche le esportazioni che sono diminuite del 15 per cento verso i mercati extra europei e del 10 per cento verso gli Stati Uniti, che rappresenta il terzo partner ufficiale dell’Italia”.
In calo le vendite anche verso la Svizzera di oltre il 10 per cento e il Regno Unito del 18 per cento. Come anche le esportazioni nell’area asiatica con oltre il tredici per cento in meno verso la Cina e il 6 per cento verso il Giappone.
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Le esportazioni verso l’UE si sono ridotte del 12,9 per cento, in particolare verso Germania e Francia, che sono i primi due partner commerciali, si registra – 9,9 e -15,2 per cento delle vendite. In calo del 21 per cento anche le esportazioni verso la Spagna.
“Dal report di Federlazio – aggiunge Granieri– emerge grande preoccupazione per il futuro con il 55 per cento delle imprese laziali che prevede un ulteriore calo del proprio fatturato nei prossimi mesi. La seconda ondata di contagi ha gettato nello sconforto le aziende”.
Dopo il primo lockdown il 79,5 per cento delle imprese riteneva possibile tornare entro sei mesi ad una situazione di normalità, ora il 55,9 per cento pensa che saranno necessari due anni e il 13,4 per cento che non si tornerà più alla situazione pre-covid.
“E’ necessario il rilancio del tessuto produttivo della nostra regione – conclude Granieri– attraverso investimenti e prima di tutto occorre prevedere la riduzione delle tasse e la sburocratizzazione per dare subito liquidità alle imprese”.
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