“La Fiera di Carpineto deve essere libera e franca per la durata di otto giorni. Parimenti vogliamo che la Fiera solita a tenersi in Carpineto per la festa di S. Agostino sia libera e franca per la durata di otto giorni e precisamente quattro giorni prima e quattro giorni dopo detta festa, in modo che quelli che comprano e che vendono animali o qualunque altra cosa, non siano tenuti a pagare alcuna tassa o altra imposta secondo la consuetudine delle fiere”.
Così stabilisce lo Statuto di Carpineto Romano “disposto concesso e pubblicato” nel 1556 “sotto il felice governo” del Signore Giovanni Carafa e fu papa Paolo IV con un indulto confermato poi da papa Gregorio XIII a liberarla dal dazio, come ricorda Gaetano Moroni Romano nel suo Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica edito nel 1858.
“Da allora, di questa che è una delle più antiche “Fiere di merci” d’Italia” dice il Sindaco di Carpineto Romano, Matteo Battisti “tranne il fatto che il bestiame non può più essere venduto al mercato, poco è cambiato del clima da grande fiera che si svolge nel giorno dedicato a Sant’Agostino, Santo patrono del paese, con i suoi svariati generi di merci varie ed i banchi dei prodotti tipici locali dal pregiato tartufo di Carpineto ai formaggi alla birra artigianale e l’esposizione di artigianato artistico LepinArt”.
Ma la Fiera com’era? Così la descriveva Boyer d’Agen, uno dei biografi di papa Leone XIII: “Il giorno dopo il 28, c’è l’arrivo degli stranieri per la fiera annuale, di origine così antica come il villaggio stesso. Questo giorno eccezionale di sante preghiere e buoni affari si passa andando in chiesa e al mercato. Si cantano inni e canzoni. Nel frattempo si mangia e si beve meglio. Può essere che i mercanti di candele e rosari siano felici. Ma lo saranno mai quanto i “bottegari” e i locandieri che servono, senza contare, i mercanti di pecore e altri animali da pascolo?”.
Qui dove ormai da oltre cinque secoli ininterrottamente sul finire dell’estate, contadini e commercianti si incontravano in piazza a Carpineto Romano per vendere ed acquistare bestiame e merci, giungendo da ogni dove con le loro mercanzie, le notizie ed i pettegolezzi, oggi la tradizione si rinnova e per le vie del paese i banchi di merci si prenderanno i loro spazi tradizionali.
L’appuntamento è per la giornata odierna nella piazza del Mercato (largo Lavatoio) e lungo via Giacomo Matteotti.